La Repubblica Dominicana è scossa da uno scandalo che mette a nudo le fragilità del suo sistema sanitario pubblico. Parliamo del SeNaSa, l’assicurazione statale che copre milioni di dominicani, in particolare chi non può permettersi una polizza privata. Proprio lì, dove lo Stato dovrebbe garantire equità e protezione sociale, si è annidato un meccanismo di corruzione che per anni ha sottratto risorse preziose a chi ne aveva più bisogno.
Secondo le indagini giornalistiche, milioni di pesos sono stati drenati attraverso pratiche mediche mai realizzate, autorizzate da un sistema parallelo messo in piedi da funzionari infedeli. Un vero e proprio saccheggio silenzioso, avvenuto mentre migliaia di pazienti affrontavano code interminabili, carenza di farmaci e ritardi negli appuntamenti.
Lo scandalo non riguarda solo i numeri, per quanto impressionanti. È piuttosto la fotografia di un Paese in cui la burocrazia si è gonfiata, i contratti opachi hanno favorito interessi privati e la trasparenza è rimasta una promessa non mantenuta. Non a caso, il Governo ha rimosso la dirigenza di SeNaSa, cercando di dare un segnale di rottura con il passato. Ma la fiducia dei cittadini, una volta persa, non si recupera con un semplice cambio al vertice.
Va ricordato che per la maggioranza degli stranieri che vivono nella Repubblica Dominicana la questione è marginale: chi non è cittadino o non lavora in un’impresa locale di solito si affida a assicurazioni private, spesso care ma affidabili. Lo scandalo SeNaSa riguarda soprattutto i dominicani, cioè quella parte della popolazione che non ha alternative, e che dipende da questo sistema per ottenere le cure più basilari. È qui che il tradimento è più grave: colpire i più deboli.
Per gli italiani che vivono nell’isola, la vicenda è comunque uno specchio importante. Mostra quanto la corruzione possa insinuarsi anche nel settore più delicato: la salute. Ci ricorda che la fragilità di un sistema pubblico non è un problema lontano, ma una realtà che tocca la vita quotidiana delle persone con cui condividiamo le strade, i mercati, i quartieri.
Il SeNaSa, nato come strumento di giustizia sociale, rischia oggi di diventare il simbolo di una promessa tradita. E se la politica non riuscirà a trasformare lo scandalo in una vera occasione di riforma, il costo più alto non sarà solo finanziario, ma umano: la perdita definitiva di fiducia in uno Stato che non sa proteggere i suoi cittadini.

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