giovedì 13 novembre 2025

Turismo gourmet: un ristorante italiano premiato nella Repubblica Dominicana

 

Una buona notizia per il turismo legato all’Italia: il ristorante La Piazzetta, parte del resort Casa de Campo Resort & Villas (Altos de Chavón), è stato premiato come “Dominican Republic’s Best Hotel Restaurant 2025” durante i World Culinary Awards 2025 in Sardegna.
Il ristorante propone cucina italiana classica con pasta fatta in casa, e il riconoscimento sottolinea come l’eccellenza gastronomica italiana sia apprezzata anche nel contesto dominicano. Per gli italiani che vivono o soggiornano nella RD è un segnale che la qualità della ristorazione è elevata e che il brand “italiano” continua a essere un valore.

Made in Italy e comunità italiana: due nuove spinte nella Repubblica Dominicana


Il rapporto tra Italia e Repubblica Dominicana si rafforza su vari fronti: dall’economia alla cultura. In occasione del giorno “Made in Italy Day” celebrato a Santo Domingo, l’Italia ha promosso il progetto “Vino y Viña” per trasferire know-how vitivinicolo italiano nel Paese caraibico.

Parallelamente, uno studio ha evidenziato che la comunità dominicana in Italia conta oltre 60 000 persone, circa la metà con cittadinanza italiana — elemento che rafforza i legami inter-paesi e sottolinea il ruolo degli italiani all’estero come ponte tra culture. 

Sviluppo sostenibile: la Repubblica Dominicana accelera sulla riduzione delle emissioni


 

La Repubblica Dominicana segna un passo rilevante verso gli obiettivi ambientali con un dato che sorprende: già entro il 2025 ha registrato una riduzione dell’11% delle emissioni di gas serra, superando di gran lunga le attese intermedie.
Il ministro dell’Ambiente Max Puig ha sottolineato la necessità di “riorientare i modelli di sviluppo” verso soluzioni più verdi, inclusive e resilienti al cambiamento climatico.
Questa accelerazione ha rilievo anche per la comunità italiana in loco: significa opportunità per collaborazioni, investimenti e progetti legati all’energia, all’efficienza e all’ambiente. Per un pubblico italiano che vive o investe nella RD, è un segnale che il Paese non è solo meta turistica, ma anche un attore in transizione verso un’economia più sostenibile.

Denunce per esecuzioni extragiudiziali e arresti nella polizia

 


Un’ondata di proteste e richieste di trasparenza emerge dopo che nella città di Santiago de los Caballeros cinque sospetti sono stati uccisi da agenti della polizia e a seguito di ciò 11 ufficiali — compreso un capitano e due sergenti — sono stati arrestati.  Le associazioni per i diritti umani denunciano che nel 2025 si siano registrate più di 150 esecuzioni extragiudiziali, quasi il doppio rispetto alle circa 80 del 2024, e chiedono indagini indipendenti per chiarire le circostanze. 

Questa situazione interessa anche gli italiani nel Paese sia come residenti sia come operatori: sicurezza personale, rispetto del diritto e dell’istituzione assume una rilevanza ancora maggiore. La presenza di tali fatti suggerisce vigilanza e consapevolezza nelle proprie relazioni con le autorità locali.

Nuova Zona Franca a Punta Cana: oltre 200 milioni USD per logistica e tecnologia


 

Il gruppo Grupo Puntacana ha inaugurato la “Punta Cana Free Trade Zone” (PCFTZ), un progetto da oltre 200 milioni di dollari che combina hub logistico multimodale (aereo, marittimo, terrestre), parco tecnologico, e il primo centro di manutenzione aeronautica (MRO) indipendente della RD.
Il sito, esteso su circa 742.616 m², mira a generare più di 10.000 posti di lavoro diretti e indiretti e posizionare la zona orientale della Repubblica Dominicana come fulcro regionale per logistica, innovazione e manutenzione aeronautica.
Per gli italiani residenti o imprenditori interessati alla RD, questa Zona Franca apre prospettive concrete: investimenti, offerta di lavoro qualificato, collegamenti internazionali. È un segnale che il Paese punta non solo sul turismo ma su settori industriali avanzati, con implicazioni positive anche nel contesto economico più ampio.

mercoledì 12 novembre 2025

Naufragio turistico nella baia di Samaná: decine di passeggeri salvati

 

Lo scorso 9 novembre, una barca escursionistica (un catamarano da 40 piedi) battezzata Boca de Yuma si è inabissata nella baia di Bahía de Samaná, mentre trasportava circa 50 passeggeri appartenenti alla nave da crociera Mein Schiff 1 (compagnia TUI Cruises).

La causa apparente del sinistro è una perdita d’acqua nel compartimento dello scafo, probabilmente causata da una collisione con un oggetto sommerso. Fortunatamente non ci sono state vittime, e tutti i passeggeri sono stati tratti in salvo dalla Armada de República Dominicana.

 Per la comunità italiana residente nella RD — numerosa nei contesti turistici e legata spesso al comparto ricettivo-escursioni — questo episodio rappresenta un promemoria della necessità di valutare con attenzione operatori turistici, escursioni in mare e condizioni di sicurezza. Un articolo su questo tema può fornire spunti utili anche in ottica di avviso o riflessione per viaggiatori, residenti o imprenditori italiani.

Vari indocumentati haitiani feriti in un incidente a Dajabon

 

Nel distretto municipale di Santiago de la Cruz, provincia di Dajabón, un veicolo che trasportava 14 cittadini haitiani in condizioni migratorie irregolari è rimasto coinvolto in un grave incidente dopo una persecución da parte delle forze militari dominicane. 

 Secondo le autorità, il conducente ha ignorato il controllo e ha tentato la fuga, finendo per perdere il controllo del mezzo e scontrarsi. Il risultato: almeno 7 persone ferite gravemente sono state trasportate dai soccorsi locali.

Questo fatto getta luce sulla complessa situazione alla frontiera nord-occidentale dominicana: l’immigrazione irregolare, le tensioni con Haiti, e le operazioni di controllo militare che talvolta conducono a incidenti. Per gli italiani in RD può essere utile conoscere la dinamica di queste zone di confine — specialmente se viaggiano o operano in attività legate a Dajabón o zone limítrofe.

Record di esportazioni di cacao nella stagione 2024-2025

 


La Repubblica Dominicana ha registrato un risultato notevole nel settore agricolo: durante la stagione di raccolta 2024-2025 sono state esportate 77.453,6 tonnellate di cacao, per un valore complessivo di US$ 692,5 milioni — un aumento del 25% rispetto al periodo precedente (61.877,11 tonnellate e US$ 422,8 milioni).
Questo boom delle esportazioni riflette diversi fattori: una buona raccolta, probabilmente condizioni climatiche favorevoli, e un miglioramento dell’organizzazione della filiera cacao. Per il Paese ciò significa una fonte significativa di valuta estera, utile anche in un contesto di promozione dell’economia e diversificazione delle esportazioni.
Per gli italiani all’estero e per chi ha interessi nel settore agroalimentare o nella filiera del cioccolato, è un segnale interessante: la RD si conferma anche come fornitore internazionale di cacao di qualità. Per chi investe o importa prodotti agricoli, vale la pena seguire come evolve questa dinamica.

Accordo storico tra lo Stato di New York e la RD


Il 10 novembre 2025 lo Stato di New York (USA), rappresentato dalla Governatrice Kathy Hochul, e la RD, con il Presidente Luis Abinader, hanno siglato una “Dichiarazione d’Intenti” per rafforzare cooperazione culturale, sociale ed economica tra New York e la Repubblica Dominicana.
L’accordo tocca varie aree chiave: turismo, preparazione alle emergenze/disastri, innovazione agricola e sviluppo economico. Per la migrazione dominicana negli USA — che conta più di un milione di persone — questo tipo di accordo rappresenta un ponte concreto per opportunità di sviluppo, trasferimento di tecnologie e collaborazione tra comunità.
Dal punto di vista dell’Italia e degli italiani in RD, comporta che la RD guadagna ulteriore visibilità internazionale e consolidamento di relazioni con grandi entità come uno Stato federato statunitense. Questo potrebbe facilitare iniziative di export, turismo, e anche investimenti dall’estero, beneficiando anche eventuali imprenditori italiani interessati al mercato dominicano.

Il dollaro sale: il cambio valuta oggi

 

Il Banco Central de la República Dominicana (BCRD) ha comunicato che per martedì 11 novembre 2025 il cambio medio del dollaro USA è stato fissato a RD$ 64,15 per l’acquisto e RD$ 64,55 per la vendita.
Questo andamento della valuta riflette la continua pressione sui mercati valutari locali, in un contesto dove l’inflazione, seppur moderata, e la dipendenza dalle importazioni rendono il paese sensibile alle oscillazioni del dollaro.
Per gli italiani in RD — che spesso ricevono o inviano denaro all’estero — è un dato importante: un cambio più elevato del dollaro significa che i risparmi in RD$ valgono relativamente di meno in valuta estera. In ottica personale conviene monitorare l’evoluzione del tasso e valutare trasferimenti o acquisti programmati.
Infine, per il tessuto economico dominicano, un cambio elevato può incoraggiare le esportazioni (i beni dominicani diventano più competitivi) ma al tempo stesso penalizzare i consumatori sull’acquisto di prodotti importati. È dunque una questione che tocca direttamente realtà come la comunità italiana residente (acquisti, viaggi, invio di denaro).

Black-out nazionale: la Repubblica Dominicana resta al buio e si cercano le cause

 


Nel pomeriggio di ieri, un vasto e improvviso black-out ha investito l’intera Repubblica Dominicana, causando l’interruzione del servizio elettrico su gran parte del territorio nazionale e paralizzando trasporti, attività commerciali e domestiche.
Secondo la Empresa de Transmisión de Electricidad (ETED), l’avaria si è originata nella sub-stazione di San Pedro de Macorís, e ha provocato l’uscita dalla rete delle unità generatrici della Compañía de Electricidad de San Pedro de Macorís (CESPM) e delle centrali di Central Eléctrica Quisqueya, innescando un effetto “a cascata” che ha sospeso l’alimentazione anche ad altre centrali e linee di trasmissione.
Il blackout ha paralizzato il sistema di trasporto pubblico della capitale: il Metro de Santo Domingo e la linea del teleferico sono rimasti fermi, lasciando migliaia di persone bloccate.
Nel corso della serata il servizio ha iniziato a tornare in modo graduale, in diverse zone del Grande Santo Domingo e del Paese, seguendo il protocollo di riavvio delle centrali e delle linee trasmissione definito da ETED.
Al momento non è stata resa pubblica la causa tecnica esatta del guasto: le autorità hanno avviato un’indagine per chiarire se si tratti di errore umano, guasto tecnico o sovraccarico della rete.
Questo evento rilancia l’attenzione sulle fragilità del settore elettrico dominicano, caratterizzato da infrastrutture sovraccariche, linee di trasmissione vulnerabili e distribuzione che spesso opera con margini ridotti di sicurezza.

martedì 11 novembre 2025

Vi é mai successo?

 


Vi è mai successo?

Il Consolato ti chiede il certificato di cittadinanza italiana… ma non lo richiede al Comune.

Sei tu — cittadino residente all’estero, iscritto AIRE — che devi contattare il tuo Comune in Italia per ottenerlo.

Peccato che molti Comuni non rilasciano certificati a distanza, non rispondono o chiedono documenti e marche da bollo impossibili da gestire.

Succede spesso quando:
• hai ottenuto la cittadinanza iure sanguinis in un altro Consolato, oppure
• devi riacquistare la cittadinanza italiana dopo averla perduta.

Una burocrazia che si morde la coda: il Consolato ha bisogno del certificato del Comune… ma il Comune dice “rivolgiti al Consolato”.

Non è una barzelletta: è la realtà per migliaia di italiani nel mondo.

Serve una riforma che semplifichi i procedimenti e permetta ai Consolati di ottenere direttamente i certificati dai Comuni tramite ANPR.

#MAIE sempre dalla parte degli italiani nel mondo

Giuseppe Cacace 

Las Terrenas: Fine settimana "lungo" e vandali sulle spiagge



Il fine settimana “lungo”, con la festività di lunedì, non ha offerto molto sole ma ha comunque portato centinaia di persone sulle spiagge di Las Terrenas. Nonostante il cielo coperto, molti residenti e turisti hanno deciso di approfittare del ponte per respirare un po’ di mare. Tuttavia, la giornata di relax si è trasformata in fastidio e rischio per colpa di gruppi di vandali che hanno invaso la sabbia con four wheels e jeep, sfrecciando tra i bagnanti.

Oltre al pericolo per l’incolumità delle persone, la circolazione di veicoli a motore sulla spiaggia è vietata dalla legge dominicana. Si tratta infatti di un comportamento che danneggia l’ecosistema costiero, distruggendo i nidi delle tartarughe marine, compatta la sabbia e lascia residui di carburante nell’ambiente. “È assurdo che queste cose accadano ancora, davanti a tutti e in pieno giorno”, ha commentato un residente indignato.

Secondo le informazioni raccolte, alcuni dei responsabili sono stati arrestati e i loro mezzi temporaneamente sequestrati, ma poche ore dopo sarebbero stati rilasciati. Una decisione che ha suscitato rabbia e frustrazione tra gli abitanti e gli operatori turistici, che chiedono controlli più severi e sanzioni esemplari. Le spiagge di Las Terrenas, patrimonio naturale e simbolo della bellezza di Samaná, meritano rispetto: la comunità locale lo chiede a gran voce, prima che la sabbia diventi un’arena per l’inciviltà.





Casalinghe dominicane in allarme: “I prezzi salgono, i salari no”


Le casalinghe della Repubblica Dominicana sono sempre più preoccupate per il costo della vita che cresce di mese in mese. Dalle verdure al riso, dall’olio da cucina ai prodotti per la pulizia, tutto sembra aumentare mentre gli stipendi rimangono fermi. Nelle strade le conversazioni quotidiane nei mercati ruotano ormai intorno ai prezzi e alle difficoltà di far quadrare i conti a fine mese.

Molte famiglie vivono con un solo salario minimo che non basta più a coprire le spese essenziali. L’aumento del costo dei trasporti e dell’elettricità si riflette su tutta la catena dei prodotti alimentari, colpendo soprattutto chi vive di lavori informali o in zone rurali dove le opportunità sono limitate.

Gli esperti avvertono che la situazione potrebbe peggiorare se il governo non interviene con misure di sostegno o un adeguamento salariale. Le associazioni di consumatori chiedono controlli più severi sui margini di profitto e incentivi per la produzione locale. Intanto, nelle case dominicane, si risparmia come si può: meno carne, più legumi, meno uscite e più creatività in cucina. La crisi dei prezzi sta cambiando abitudini e stili di vita, e il malumore cresce tra chi, ogni giorno, fa miracoli per mettere un piatto in tavola.

Le buone ricette italiane: le orecchiette alle cime di rapa

Le orecchiette alle cime di rapa sono uno dei più tipici primi piatti pugliesi, una pasta artigianale dalla consistenza ruvida e callosa che accoglie le cime di rapa, leggermente amare, insaporite con olio, aglio, peperoncino e acciughe.

Cominciamo a parlare dalle orecchiette, che possono essere fresche o secche ma sempre di ottima qualità. E poi le cime di rapa, verdi, appena colte, vanno sbollentate qualche minuto insieme alle orecchiette e poi ripassate in padella in un sapido soffritto a base di aglio, peperoncino e acciughe. 

Ma veniamo ora agli ingredienti per 2 persone: 500 gr. di cime di rapa, 200 gr. di orecchiette artigianali (se usate quelle fresche i tempi saranno minori), olio extravergine d'oliva q.b., 2 spicchi d’aglio, peperoncino q.b., 2 filetti di acciuga sott'olio. 

Procedimento: pulite le cime di rapa eliminando le eventuali foglie gialle e le parti dure delle foglie. Tenete soltanto le cimette e le foglie verdi. Lavatele in acqua fredda e tenetele da parte. In una padella capiente versate un giro d’olio extravergine d’oliva, quindi aggiungete gli spicchi d’aglio privati dell’anima e tritati finemente. Aggiungete il peperoncino e lasciate soffriggere il tutto a fiamma bassissima per qualche minuto, avendo l’accortezza di non far bruciare l’aglio, quindi togliete la padella dal fuoco e aggiungete i filetti di acciuga al soffritto facendoli sciogliere nell’olio e poi tenete da parte.

 Cuocete le orecchiette e quando mancheranno 3 minuti alla fine della cottura aggiungete le cime di rapa alla pasta. Quando saranno pronte, scolate bene le orecchiette e le cime di rapa e trasferitele nella padella con il condimento. Amalgamate bene, possibilmente saltate il tutto, quindi impiattate a piacimento.

Alex Ziccarelli 

sabato 8 novembre 2025

Gli omicidi superano quota 1.065 fino ad ottobre 2025

Secondo l’ultimo rapporto del Ministerio de Interior y Policía della Repubblica Dominicana, al termine di ottobre 2025 si registrano 1.065 omicidi sul territorio nazionale.

Il tasso accumulato è stimato in circa 8,0 omicidi ogni 100.000 abitanti, dato che le autorità descrivono come relativamente “stabile”, nonostante il numero assoluto resti elevato.

Nel dettaglio: il 46,7 % dei casi (497) sono legati a “conflictos sociales”, il 27,3 % (291) a delitti di criminalità comune, il 17,6 % (187) ad azioni legali di polizia, e l’8,5 % (90) sono ancora in fase di indagine.

Smantellata rete criminale dedita alla falsificazione di farmaci

 


La Policía Nacional, in collaborazione con il Ministerio Público, ha annunciato lo smantellamento di una rete criminale attiva nelle province di Santiago e Espaillat, specializzata nella falsificazione, adulterazione e distribuzione illegale di medicinali

 L’operazione, battezzata Operación LC SDO, ha portato al sequestro di migliaia di pillole contraffatte — ad esempio 2 431 grammi di compresse “XANAX” contraffatte e 411 pillole con marchio “WUBBA” — oltre a materia prima, etichette falsificate, stampi e attrezzature di produzione.

Le autorità hanno sottolineato la gravità del fenomeno: la distribuzione di farmaci non autorizzati rappresenta un serio rischio per la salute pubblica e amplifica il problema della criminalità organizzata nel paese. Questo tipo di cronaca è importante anche per gli italiani residenti o in visita perché evidenzia le potenziali vulnerabilità nei circuiti di farmaci e salute.

Camera di Commercio Dominico‑Italiana (CCDI) – dialogo tra imprenditori italo-dominicanos e partecipazione a eventi internazionali


La CCDI, fondata il 30 marzo 1987, ha come missione la promozione del commercio, del turismo, degli investimenti e della cooperazione economica tra Italia e Repubblica Dominicana.

Recentemente ha preso parte alla Fiera Feria Asonahores 2025, evento di rilievo per il turismo dominicano, confermando il suo ruolo di ponte tra imprenditori italiani e mercato locale dominicano.

Inoltre la CCDI ha organizzato e supportato festeggiamenti per il “Festa della Repubblica Italiana” con importatori, ristoratori e operatori italiani-dominicanos, valorizzando la presenza italiana nella RD.

Associazione Emilia‑Romagna in Repubblica Dominicana – cultura, tradizioni regionali italiane all’estero


L’Associazione Emilia-Romagna in Repubblica Dominicana è un ente senza scopo di lucro, riconosciuto col n. 030 del 16 marzo 2006, con sede a Los Cacicazgos (Santo Domingo). 

 Il suo obiettivo è promuovere le tradizioni, la lingua, la cultura della regione Emilia-Romagna tra la comunità italiana residente in RD e nei Caraibi, attraverso eventi, mostre, progetti culturali italo-dominicanos. 

Un esempio concreto è il contest social “Ricette di famiglia”, legato alla Giornata degli emiliano-romagnoli nel mondo dello scorso 2 luglio, che ha coinvolto connazionali e discendenti nella RD.

Economia — Modesta crescita economica nel 2025

  

Secondo dati ufficiali dominicani e stime internazionali, l’economia della República Dominicana registra una crescita moderata nel 2025. Il Banco Central de la República Dominicana parla di circa +2,4 % al termine dei primi sette mesi dell’anno.

Allo stesso tempo, il Fondo Monetario Internacional (FMI) ha rivisto la previsione di crescita per il 2025 verso circa +3,0 %, evidenziando però rischi legati alla riforma fiscale, al contesto internazionale e alla dipendenza da alcuni settori — in particolare turismo e servizi.

Operativo militare-policial massivo nella provincia di San Cristóbal


Le autorità dominicane hanno lanciato un ampio dispiegamento congiunto di forze della Policía Nacional (RD), delle Forze Armate e del Ministero Pú­blico nella provincia di San Cristóbal, in risposta a un recente aumento degli atti violenti nella zona.

L’intervento è stato messo in atto «da prime ore della mattina», con unità mobili, posti di controllo e fiscalizzazione rafforzata nei distretti più colpiti. 

I cittadini intervistati da fonti locali hanno definito l’azione «positiva e necessaria», anche se rimangono dubbi sulla sostenibilità a lungo termine del controllo militare-poliziesco.

venerdì 7 novembre 2025

Aumentano degli omicidi: oltre 1 000 casi segnalati

 

Secondo gli ultimi dati resi pubblici dal ministero dell’Interno e dalla Policía Nacional, in Repubblica Dominicana si sono registrati 1 065 omicidi fino al 3 novembre 2025.


Il rapporto segnala che, nonostante alcune riduzioni localizzate, rimangono situazioni di violenza che colpiscono specifiche province e zone urbane, generando un clima di preoccupazione per la sicurezza pubblica.


Per un italiano che vive o investe nel Paese potrebbe essere importante valutare la localizzazione della residenza o dell’attività, verificare le strategie di sicurezza locali, e informarsi sul quartiere e sul contesto sociale in cui ci si stabilisce.

Tragico incidente stradale a La Romana


Nella provincia di La Romana, la mattina di ieri un grave incidente stradale ha causato la morte del giovane Brayan Joel López, di 20 anni, figlio della portavoce della Policía Nacional (PN) locale, la sig.ra Raisa Núñez. 


L’impatto ha coinvolto altri tre passeggeri che hanno riportato ferite, mentre il veicolo è stato pesantemente danneggiato. Le autorità locali sono intervenute immediatamente con il soccorso dei vigili del fuoco e della polizia. 


Per la comunità di italiani in Repubblica Dominicana, questo episodio richiama l’attenzione sulla sicurezza stradale anche in aree non necessariamente turistiche: è utile conoscere le condizioni delle infrastrutture, lo stato dei veicoli e la prudenza alla guida notturna.

Preoccupazione per la vulnerabilità del Paese a uno tsunami


Secondo dichiarazioni del geologo Osiris de León, la Repubblica Dominicana non sarebbe sufficientemente preparata ad affrontare l’impatto di uno tsunami di grande portata, simile a quello verificatosi il 4 agosto 1946.


Il rapporto mette in luce sia la possibilità sismica che l’insufficiente infrastrutturazione delle misure di emergenza costiera e la necessità di rafforzare sistemi di allerta, evacuazione e sensibilizzazione comunitaria. Considerando la fascia caraibica del paese, che comprende anche zone frequentate da stranieri e turisti, la questione assume un rilievo anche in termini di sicurezza civile e turistico-residenziale.


Per la comunità italiana in RP-Domenicana può essere utile essere consapevoli di questi rischi ambientali e valutare se i propri progetti (vacanze, residenza, investimento) tengano conto anche della vulnerabilità sismica, costiera e delle politiche locali di prevenzione.

Ipotesi di assassinio nei confronti di un imprenditore spagnolo in RD

 


Un caso che desta preoccupazione riguarda la morte violenta di Antonio Jiménez López, imprenditore spagnolo di 59 anni, trovato senza vita con un colpo d’arma da fuoco alla testa all’interno del bagagliaio di un’auto in una zona rurale della provincia di Valverde. 


Le autorità dominicane hanno avviato un’indagine per chiarire le circostanze della morte, che per il momento non esclude né l’omicidio né altre ipotesi. 

L’uomo era noto per viaggiare spesso nella Repubblica Dominicana, in particolare per motivi legati alla famiglia della compagna dominicana. 



Collasso del sistema fognario a Las Terrenas (Samaná)

 

Il municipio di Las Terrenas, nella provincia di Samaná, è al centro di una grave emergenza sanitaria e ambientale: il sistema di acque nere e fognatura è collassato, con continui sversamenti di liquami nelle strade principali, soprattutto nei pressi della zona turistica del “Pueblo de los Pescadores”.

 La filiale locale della Asociación Dominicana de Prensa Turística (ADOMPRETUR) ha sollevato l’allarme, richiedendo interventi urgenti da parte del Instituto Nacional de Aguas Potables y Alcantarillados (INAPA) e del Ministero del Turismo, ribadendo che il problema non è soltanto tecnico ma tocca la dignità delle famiglie, dei lavoratori del settore turistico e la reputazione del luogo come destinazione internazionale.


Dal punto di vista della comunità italiana all’estero — e in particolare degli italiani residenti, investitori o vacanzieri nella zona — la vicenda è significativa: un’infrastruttura critica che mostra segni di deterioramento può alterare le condizioni di vita, le opportunità turistiche e la sicurezza sanitaria. 

Esplosione di un serbatoio d’acqua distrugge abitazioni nel municipio di Consuelo


Nel Municipio di Consuelo, nella provincia di San Pedro de Macorís, un serbatoio d’acqua dell’acquedotto comunale è crollato nella mattina del mercoledì 5 novembre 2025, distruggendo almeno dieci abitazioni nel quartiere La Mina. 

Il serbatoio – con una capacità stimata di circa 16 000 galloni – era già stato segnalato per perdite e anomalie strutturali. Secondo il primo rapporto tecnico dell’INAPA (Istituto Nazionale di Acque Potabili e Fognature), la causa del cedimento è attribuita a una rottura in una saldatura della base del serbatoio che ha provocato un improvviso collasso strutturale e la fuoriuscita violenta dell’acqua contenuta.

Le autorità hanno affermato che sono già stati affittati appartamenti temporanei per le famiglie evacuate e che nessuno ha passato la notte all’aperto. È stata avanzata la richiesta al Ministero dell’Abitazione per la ricostruzione delle case distrutte e una possibile ricollocazione dei nuclei familiari in zone più sicure. 

Il caso solleva nuovamente il tema della manutenzione delle infrastrutture idriche, del rischio abitativo e della protezione dei quartieri vulnerabili.

Tragedia sull’asfalto: ragazzo di 13 anni muore in incidente stradale a Hato Mayor

 


Nella mattina di ieri, un tragico incidente stradale ha causato la morte del giovane Yefri Manuel Pacheco, 13 anni, residente nella zona di El Valle, provincia di Hato Mayor.
Secondo le versioni preliminari delle autorità, il ragazzo viaggiava su una bicicletta trainata da un motociclista lungo la strada El Valle–Hato Mayor quando è stato investito da una camionetta Toyota Tacoma nera guidata da un uomo di 59 anni, identificato come Alcides Ávila Peguero. L’impatto gli ha provocato traumi cranio-encefalici gravissimi, provocando la morte sul colpo.
Il tratto stradale è noto per l’elevato flusso veicolare e per le condizioni di rischio, specialmente quando ciclisti o pedoni vi si avventurano senza protezioni. Il fatto riaccende l’attenzione sul tema della sicurezza stradale nella Repubblica Dominicana, soprattutto nei confronti dei più giovani, e solleva interrogativi su educazione, infrastrutture e controlli-velocità nella zona.

Macfrut 2026 si presenta in Repubblica Dominicana

 


Viaggiano a pieno ritmo le presentazioni internazionali di Macfrut 2026 a conferma di una fiera sempre più dall’anima globale. Il mese di novembre in particolare vedrà la kermesse dell’ortofrutta presentata nel Continente Centro e Sudamericano (oltre che in Asia) intercettando importanti mercati che saranno i protagonisti del focus internazionale della 43esima edizione della fiera che avrà quale area partner quella Caraibica. Al centro del percorso la valorizzazione della filiera internazionale dell’ortofrutta in vista della 43esima edizione della fiera in programma dal 21 al 23 aprile 2026 al Rimini Expo Centre, in un percorso condiviso con Agenzia ICE.
Si parte il 9 fino al 12 novembre in Repubblica Dominicana, Paese protagonista di un’area Caraibica che sarà al centro del focus internazionale di Macfrut 2026.
Il 13 e 14 novembre un’altra missione sarà in Colombia. Stato dal vasto mercato ortofrutticolo per un valore di oltre 6 miliardi di dollari, da anni è presente a Macfrut con delegazioni istituzionali e di operatori.
A metà del mese di novembre (12 - 14 novembre) Macfrut approda in Cina in occasione di Asia Fresh – International Fruit and Vegetable Trade Fair. In programma a Shanghai, l’evento propone la partecipazione alla fiera insieme alla possibilità di visitare il Mercato di Shanghai (Shanghai Huizhan), il secondo più grande della Cina, partecipare a un retail tour e incontri di business con i principali importatori.
Infine dall’8 al 12 dicembre tappa in Brasile a San Paolo, in un mercato divenuto sempre più strategico per il nostro Paese nell’export di mele e kiwi, per le criticità emerse nell’area del Mar Rosso. La missione prevede incontri con importatori e buyer delle principali catene della grande distribuzione.
“Macfrut da sempre ha fatto della sua anima globale il suo tratto distintivo in un’ottica di valorizzazione della filiera – spiega il Presidente di Cesena Fiera, Patrizio Neri – Un percorso che si contraddistingue nelle missioni in Paesi strategici per le imprese italiane accompagnato da un’attività di incoming di buyer attraverso il fondamentale supporto di Agenzia Ice. Nei giorni scorsi Macfrut ha ricevuto un importante riconoscimento da parte del Ministro dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale di Albania, Andis Salla, che in un incontro con l’ambasciatore italiano, Marco Alberti, ha sottolineato l’importanza di questa fiera per lo sviluppo del settore agricolo albanese sul mercato europeo. È un riconoscimento che ci stimola nella direzione di un Macfrut 2026 sempre più internazionale”. (aise) 

giovedì 6 novembre 2025

Posposizione della Cumbre de las Américas a Punta Cana

 


Il governo dominicano ha annunciato lo spostamento all’anno prossimo della Cumbre de las Américas, che era inizialmente prevista per dicembre 2025 a Punta Cana, dopo “una attenta analisi della situazione nella regione”.
La decisione apre interrogativi sulle implicazioni internazionali e diplomatiche della Repubblica Dominicana e sulla preparazione logistica di eventi di tale portata.
Si tratta di un segnale politico e diplomatico che potrebbe riflettersi anche sulla posizione del Paese nei forum regionali.

Il sistema finanziario supera in RD i 3 trilioni in depositi: 40,8% del PIL

 


Secondo dati ufficiali, le raccolte del sistema finanziario dominicano hanno superato per la prima volta i RD 3 trilioni a giugno 2025, equivalenti al 40,8 % del prodotto interno lordo.
Si registra una crescita interannuale del 10,4 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Questo andamento indica un rafforzamento della liquidità nazionale e potenzialmente maggiore stabilità finanziaria — elemento che richiama l’attenzione dei policy-maker economici.

Operativo migratorio: 117 persone fermate

 


In un’azione condotta dalla Dirección General de Migración (DGM) nella provincia di San Juan de la Maguana sono state fermate 117 persone straniere in condizione irregolare, principalmente haitiani.
Durante l’operativo sono state anche sequestrate tre motociclette utilizzate presumibilmente per trasporto illecito di persone.
La misura riflette la crescente attenzione del governo verso le questioni migratorie e la sicurezza nei territori interni.

Il Presidente osserva (ritarda) la legge sui rifiuti solidi: attese modifiche

 


Luis Abinader ha inviato al Senato una osservazione formale alla legge sulla gestione dei rifiuti solidi (legge n. 225-20) che era stata modificata dal Congresso.
Tra le principali osservazioni: viene stabilito un termine di 12 mesi per la messa al bando dei materiali in foam e plastica monouso, e di 24 mesi per alcuni tipi di piatti con coperchio “integrato”. Viene inoltre rivisto il tema dell’autonomia municipale e i criteri per stazioni di trasferenza e discariche.
Il provvedimento evidenzia tensioni tra obiettivi ambientali e esigenze della libera impresa, e potenzialmente segna un rallentamento nella piena attuazione della normativa, con possibili ricadute su imprese, ambiente e investimenti.

Settore immobiliare e turistico-residenziale: nuovo protagonismo di alcune regioni


Una notizia recente segnala che la provincia di Puerto Plata sta diventando un “hub nuziale” della Repubblica Dominicana, con iniziative dedicate agli sposi e all’elite del turismo matrimoniale.
Questo sviluppo riflette una tendenza più ampia nel Paese: non solo turismo classico mare & sole, ma segmenti specializzati (matrimoni, turismo di lusso, residenze seconde) che stanno guadagnando terreno.
Per la comunità italiana e per gli expat, questa evoluzione può significare nuove opportunità: dall’acquisto di immobili residenziali di qualità fino a servizi correlati per il turismo di fascia alta.

Turismo europeo in ripresa e riconnessione con i mercati europei


Durante la fiera turistica internazionale World Travel Market Londres la Repubblica Dominicana ha ribadito la propria intenzione di potenziare la connettività aerea e attrarre turisti dall’Europa, in particolare dal Regno Unito.
Tra gennaio e settembre del 2025 il Paese ha registrato l’arrivo di circa 151 333 turisti britannici, con un incremento del 3,2 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In parallelo, si sta puntando a nuove offerte e infrastrutture turistiche per elevare la qualità dell’esperienza, un aspetto che può avere ripercussioni positive anche per la comunità italiana residente e per chi opera nel turismo.
Un buon segnale: la Repubblica Dominicana si pone sempre più come destinazione internazionale con forti legami europei.

Crescono gli investimenti. La strategia economica


Il governo ha annunciato che la República Dominicana ha fatto registrare nei primi sei mesi del 2025 investimenti diretti esteri pari a circa 2 892,8 milioni di dollari, un incremento del 15,3 % rispetto allo stesso periodo del 2024.
Parallelamente, una recente analisi sottolinea che il Paese sta spostando la sua strategia economica: non più solo crescita quantitativa, ma qualità, innovazione e sostenibilità diventano fattori chiave per la competitività.
Tuttavia, persistono divergenze nelle previsioni: mentre il governo punta a una crescita del 5 % per il 2025, altre fonti – come il Ministerio de Hacienda y Economía – stimano un tasso più modesto tra 2,5 % e 3 %. Questo quadro potrebbe interessare chi vive o investe nella Repubblica Dominicana, perché segnala che l’ambiente economico è dinamico ma richiede cautela e selezione.

mercoledì 5 novembre 2025

Dopo Melissa, calma sull’Atlantico. Ma la stagione degli uragani è davvero finita?


Dopo il passaggio di Melissa, che ha raggiunto la categoria 5 e lasciato il segno sulle mappe e nella memoria, il grande Atlantico sembra tornato tranquillo. Nessuna tempesta in formazione, nessun sistema tropicale minaccioso all’orizzonte. Ma la domanda che tutti si pongono è inevitabile: la stagione degli uragani è davvero finita?

L’apparente quiete

Da giorni i satelliti mostrano solo distese d’acqua e nubi innocue. Il Centro Nazionale Uragani (NHC) di Miami non segnala alcuna perturbazione degna di nota, e i meteorologi parlano di “assenza di minacce imminenti” in tutto il bacino caraibico.
Un sollievo, certo, soprattutto dopo le settimane di tensione che hanno accompagnato l’evoluzione di Melissa. Ma la prudenza resta d’obbligo.

La stagione non è ancora chiusa

Perché, tecnicamente, la stagione degli uragani nell’Atlantico termina il 30 novembre. E sebbene le previsioni a breve termine siano incoraggianti, il mare resta più caldo della media — condizione che potrebbe ancora generare sistemi tropicali tardivi.
Gli esperti della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ricordano che il 2025 è stato finora un anno “sopra la media”, con numerose tempeste nominate e almeno cinque uragani di rilievo. Un contesto che invita a non abbassare la guardia troppo presto.

Nessun allarme, ma serve attenzione

Per la Repubblica Dominicana e i Caraibi, ciò significa che il rischio non è azzerato, anche se le probabilità di nuovi uragani diminuiscono col passare delle settimane.
“Non bisogna confondere calma con fine della stagione,” spiegano i meteorologi. “Le acque restano calde e le correnti possono ancora cambiare repentinamente.”
Insomma, meglio restare informati, monitorare gli aggiornamenti del NHC e non smontare del tutto le misure di prevenzione.

Un 2025 anomalo ma istruttivo

L’anno in corso ha mostrato un mix di fattori contrastanti: la scomparsa del fenomeno El Niño, che di solito frena l’attività ciclonica, e le temperature superficiali record nel Mar dei Caraibi e nell’Atlantico centrale. Elementi che, combinati, hanno favorito una stagione più attiva del previsto.
Melissa, in questo quadro, ha rappresentato il culmine di un periodo intenso, ma non necessariamente l’ultimo capitolo.

Cosa aspettarsi ora

Le settimane di novembre potrebbero trascorrere senza nuovi allarmi — e tutti lo sperano. Tuttavia, gli esperti ammoniscono: “Una sola tempesta tardiva può cambiare le statistiche di un’intera stagione.”
Il messaggio resta quindi chiaro: tranquillità sì, ma senza distrazioni.

Per gli italiani residenti nei Caraibi, a Miami, o nelle coste atlantiche dell’America Centrale, è il momento di tirare un sospiro di sollievo, ma tenendo d’occhio i bollettini ufficiali.

da fattinostri.it

martedì 14 ottobre 2025

Prodotti locali, prezzi da importazione: il paradosso dellla Repubblica Dominicana che mangia caro anche ciò che produce


Vivere ai Caraibi è spesso considerato un sogno. Mare turchese, frutta tropicale, sole tutto l’anno. Eppure, chi vive davvero in Repubblica Dominicana sa che dietro quella cartolina si nasconde una realtà economica che, ogni giorno di più, assomiglia a un cortocircuito: i prezzi salgono come in Europa, ma i salari restano fermi ai livelli del Sud del mondo.

Ciò che sorprende ancora di più è che anche i prodotti locali, quelli coltivati, pescati o allevati nel Paese, costano ormai quanto — e talvolta più — che in Italia o in Spagna. È un fenomeno che chi vive qui avverte ogni volta che fa la spesa, ma che ha radici profonde e strutturali.

Una catena lunga e costosa

La prima causa è la struttura della filiera. In Repubblica Dominicana, tra chi produce e chi compra ci sono troppi passaggi intermedi.
Il contadino vende a un grossista, che rivende a un distributore, che infine rifornisce i supermercati o i colmados. Ognuno di questi passaggi aggiunge un ricarico.

Così, il pomodoro raccolto a Sánchez o a Cotuí per 10 pesos al chilo arriva al banco di Las Terrenas a 70 pesos.
In Italia o in Francia esistono cooperative, consorzi e sistemi di distribuzione che riducono i costi e garantiscono margini più equi. Qui, invece, il piccolo produttore non ha potere contrattuale, e il prezzo finale lo decide chi controlla la logistica, non chi lavora la terra.

Agricoltura fragile e resa bassa

Un’altra differenza sostanziale è la produttività agricola.
Gran parte delle aziende dominicane è piccola, familiare e poco meccanizzata. I campi si lavorano ancora con mezzi rudimentali, senza sistemi di irrigazione moderni, e spesso senza accesso a sementi di qualità.

In più, l’energia elettrica e il carburante — necessari per pompare acqua, refrigerare i prodotti e trasportarli — sono tra i più costosi dei Caraibi.
Il risultato è che anche un prodotto “locale” incorpora costi internazionali, e finisce per costare quasi come in Europa, dove però il lavoratore guadagna cinque o sei volte di più.

Prezzi fissati sul dollaro e sul turismo

Il peso dominicano è una moneta fragile, che negli ultimi anni si è svalutata in modo costante.
Molti commercianti, per proteggersi, prezzano in dollari anche ciò che non ha alcuna ragione di esserlo: affitti, carburanti, e perfino frutta o verdura nelle zone turistiche.

A Las Terrenas, Samaná, Punta Cana o Cabarete, il mercato locale non è più “locale”, ma una vetrina per chi arriva con valuta forte.
L’avocado, il mango o il pesce fresco si vendono allo stesso prezzo che un turista europeo considera “basso”, ma che per un dominicano equivale a un lusso.

È l’effetto collaterale dell’economia del turismo: il Paese vende ai ricchi, ma fa vivere i suoi cittadini come poveri.

Speculazione e assenza di regole

A questa distorsione si aggiunge la mancanza di controllo dei prezzi e la cultura della speculazione.
In assenza di un’autorità che regoli il margine di guadagno, ogni commerciante adatta il prezzo in base al cliente.
Un chilo di riso o di patate può costare 20 pesos in un mercato di barrio e 60 in un supermercato frequentato da stranieri.

In Europa, anche nei mercati liberi, esistono controlli, cooperative di categoria e strumenti per evitare l’eccesso di intermediazione.
Qui, invece, il prezzo si forma per “percezione di valore”, non per costo reale. Se un prodotto “può sembrare caro”, allora lo diventa.

Costi di produzione gonfiati dall’energia e dai trasporti

Produrre, conservare e trasportare alimenti nella Repubblica Dominicana costa quasi quanto in Europa, e in certi casi di più.
La corrente elettrica è tra le più care della regione, il carburante si paga in dollari, e le infrastrutture — strade, magazzini, celle frigo — spesso sono insufficienti.

Un camion che trasporta banane da La Vega a Las Terrenas consuma carburante importato dagli Stati Uniti, paga pedaggi, tasse municipali, e affronta strade dissestate. Tutto questo si riflette sul prezzo finale.
Il risultato? Il consumatore paga prezzi “internazionali” per un prodotto nazionale.

Oligopoli e concentrazione del mercato

In alto nella catena ci sono pochi grandi distributori e catene di supermercati che controllano la logistica alimentare del Paese.
Quando pochi attori dominano la distribuzione, possono mantenere i prezzi alti senza timore della concorrenza.
I piccoli negozi non riescono a competere, e finiscono per allinearsi.
In mancanza di una politica agricola e commerciale moderna, il libero mercato diventa un mercato di pochi.

Il paradosso più evidente

Un esempio che riassume tutto: le banane.
In Europa arrivano da Ecuador o Costa Rica e costano circa 1,50 euro al chilo.
In Repubblica Dominicana, dove crescono a ogni angolo, spesso costano lo stesso o di più.

È un simbolo perfetto di un sistema in cui i prezzi non dipendono più dal luogo di produzione, ma dal potere d’acquisto di chi compra.
Un Paese tropicale, che produce mango, cacao, caffè e pesce, ma dove mangiare bene diventa un lusso.

Due economie nello stesso Paese

La Repubblica Dominicana vive oggi una doppia realtà economica:
una per chi guadagna in dollari — turisti, espatriati, investitori — e una per chi guadagna in pesos, cioè la maggioranza della popolazione.
Le due economie si sovrappongono ma non comunicano tra loro.
Il dollaro detta i prezzi, ma il peso paga i salari.

Questa frattura crea un effetto devastante: il costo della vita sale, ma il potere d’acquisto scende, e chi lavora nel Paese finisce per essere straniero a casa propria.

Un sistema che va ripensato

La soluzione non è semplice, ma passa da alcune scelte strutturali:

  • ridurre l’intermediazione tra produttore e consumatore,

  • sostenere le cooperative agricole,

  • investire in logistica, trasporto ed energia,

  • proteggere il mercato interno da speculazioni e prezzi in valuta estera.

Soprattutto, serve una politica economica che agganci i salari al costo reale della vita, e non al passato.
Perché non si può vivere con stipendi da 400 dollari in un Paese dove un chilo di carne ne costa quasi 10, o dove un affitto a Las Terrenas supera quello di una cittadina italiana.

Il mito del “Caribe economico” appartiene al passato.
Oggi la Repubblica Dominicana è un Paese con costo europeo e reddito africano, in cui chi guadagna in dollari vive bene, e chi guadagna in pesos sopravvive.
E finché i prezzi saranno fissati guardando al turista, non al cittadino, il sogno tropicale resterà un miraggio: bello da cartolina, ma amaro nella realtà quotidiana.




mercoledì 24 settembre 2025

Dominicana a rischio di tormenta tropicale


Due perturbazioni che minacciano di trasformarsi in tormenta tropicale stanno interessando Puerto Rico e la parte nord della Repubblica Dominicana. Una in particolare, quella più a sud, ha un 30 per cento di possibilità di trasformarsi in ciclone nelle prossime 48 ore, quando, appunto, interesserà la parte nord della Hispaniola. L’80 per cento nei prossimi 7 giorni. Nelle prossime ore si prevedono quindi piogge copiose. Poi la perturbazione si dirigerà verso le Bahamas salendo verso nord e il territorio degli Stati Uniti.

Sempre gli Stati Uniti saranno interessati dalla perturbazione attualmente più a nord, che ha un 90 per cento di possibilità di trasformarsi in tormenta.

Nessun pericolo per l’uragano Gabrielle che sta facendo dietro front nell’Atlantico.

Violata la ex residenza italiana a Santo Domingo: l’Ambasciata interviene con fermezza


Negli ultimi giorni, le reti sociali hanno acceso i riflettori su un episodio che ha profondamente turbato la comunità italiana residente nella Repubblica Dominicana: la violazione da parte di ignoti della ex residenza dell’Ambasciata d’Italia, situata in Calle Rafael Augusto Sanchez, a Santo Domingo. Sebbene l’edificio non rivesta più una funzione diplomatica, esso rimane proprietà dello Stato italiano e rappresenta il fulcro di un progetto di riqualificazione per la costruzione del nuovo compound demaniale (nella foto).

La notizia ha suscitato commozione e indignazione tra i connazionali, che conservano un forte legame affettivo con la vecchia sede. Per decenni, la residenza ha ospitato infatti celebrazioni, eventi culturali e attività sociali che hanno contribuito a rafforzare il senso di appartenenza e la valorizzazione dell’eredità italiana nella Repubblica Dominicana.

L’Ambasciata d’Italia ha prontamente segnalato l’accaduto alle autorità dominicane competenti, sollecitando misure urgenti per proteggere la proprietà, intensificare i controlli e identificare i responsabili. Le immagini diffuse online renderebbero agevole la ricostruzione dell’identità degli autori della violazione, che si auspica vengano sanzionati in modo adeguato.

Pur riconoscendo che il tempo trascorso possa aver contribuito involontariamente alla vulnerabilità dell’edificio, l’Ambasciata ribadisce l’importanza delle responsabilità che spettano allo Stato ricevente in materia di tutela delle proprietà straniere. Viene inoltre confermata la validità del progetto di rilancio della sede, che prevede il trasferimento della Residenza, della Cancelleria e di una struttura multifunzionale.

Il progetto tecnico preliminare è già stato approvato e l’Ambasciata è pronta a procedere secondo le normative amministrative vigenti, una volta concluse le operazioni immobiliari legate alla riorganizzazione del servizio visti. L’obiettivo è restituire alla comunità italiana uno spazio sicuro, moderno e rappresentativo, in continuità con la storia e il prestigio della presenza italiana nel Paese.

da La Gazzetta Diplomatica

martedì 23 settembre 2025

Servizi consolari itineranti: una richiesta di buon senso


La proposta emersa in assemblea Comites – quella di portare periodicamente un funzionario consolare a Las Terrenas per rinnovare i passaporti dei connazionali – è di buon senso e risponde a un bisogno concreto. Eppure, la risposta del funzionario presente, Rodolfo Colaci, è stata di circostanza: “valuteremo i casi impossibilitati a viaggiare”, seguita dal solito richiamo alla mancanza di fondi.

Un atteggiamento che lascia l’amaro in bocca, soprattutto di fronte alla disponibilità del consigliere del CGIE, Paolo Dussich, che durante l’assemblea Comites si è messo subito a disposizione, dichiarando che avrebbe portato personalmente e gratuitamente con la sua auto il funzionario fino a Las Terrenas e lo avrebbe riportato a casa. Alla sua offerta si è aggiunta quella di un altro connazionale, Cesare Agliodo, anch’egli disposto ad accompagnare senza alcun costo il rappresentante consolare. In questo modo, il Consolato non dovrebbe sostenere neppure un minimo peso economico.

Non è dunque questione di denaro, ma di volontà: organizzare un servizio così significherebbe avvicinare lo Stato ai suoi cittadini, e si metterebbe in atto una soluzione che renderebbe più moderno ed efficiente il servizio consolare, superando l’arcaicità di certe prassi burocratiche.

Gli esempi non mancano. Non solo l’ambasciata d’Haiti ha inviato recentemente un proprio rappresentante a Las Terrenas, utilizzando senza difficoltà una struttura scolastica, ma sabato scorso è arrivato anche il Consolato itinerante di Cuba, con tanto di ambasciatore e funzionari al seguito. Evidentemente, ad altri Paesi non pesa investire per andare incontro ai bisogni delle loro comunità.

Cinquant’anni fa, da giovane cronista, in redazione sentivo definire con un nomignolo colorito, che metteva in relazione il peso di una grossa pietra con una parte anatomica del corpo umano, quei giornalisti che preferivano restare seduti alla scrivania, attaccandosi al telefono per avere le notizie, piuttosto che andare a verificare i fatti di persona.

Siamo convinti che questo epiteto non si possa applicare ai solerti funzionari del nostro Consolato di Santo Domingo, che già in passato – quando fu proposta l’idea di un corrispondente consolare a Las Terrenas – mostrarono apertura e disponibilità. Ci auguriamo, quindi, che accolgano con lo stesso spirito positivo anche la richiesta avanzata dalla comunità e dal Comites.

sabato 20 settembre 2025

Funzionario consolare itinerante: una proposta per aiutare i connazionali lontani da Santo Domingo


Durante l’assemblea del Comites di Santo Domingo, svoltasi ieri pomeriggio, il consigliere e segretario Flavio Bellinato ha rilanciato una proposta già emersa sulle pagine del nostro giornale alcune settimane fa: istituire un servizio di funzionario consolare itinerante, che si rechi periodicamente – ad esempio ogni sei mesi – nei centri più lontani dalla capitale, in particolare a Las Terrenas, dove vive una numerosa comunità italiana.

L’obiettivo è semplice ma cruciale: evitare agli anziani e ai residenti nelle zone remote i lunghi, faticosi e costosi viaggi a Santo Domingo, con partenze nel cuore della notte, per il rinnovo del passaporto. Con un calendario prestabilito di visite, ciascun connazionale potrebbe organizzarsi in base alla data, risparmiando tempo, fatica e denaro.

Alla proposta Bellinato ha fatto eco un breve intervento del funzionario dell’ambasciata, Rodolfo Colaci, presente all’assemblea. Questi ha inizialmente riconosciuto l’esigenza, ma ha limitato l’impegno a valutare i casi di connazionali impossibilitati a viaggiare. Ha poi frenato sulla fattibilità, citando i costi e la mancanza di fondi.

Una posizione giudicata poco convincente, tanto più quando il consigliere del CGIE, Paolo Dussich, si è detto disponibile ad accompagnare personalmente con la sua auto il funzionario, accollandosi persino le spese del viaggio.

Il nodo dei costi, in realtà, appare fragile: se si sommano le spese sostenute individualmente da decine di connazionali costretti a raggiungere Santo Domingo, il peso economico complessivo risulta certamente superiore a quello di un singolo funzionario itinerante. Inoltre, non mancano soluzioni logistiche: un’aula scolastica, un’associazione locale o una sede disponibile potrebbero benissimo ospitare il servizio, come già accaduto ad esempio quando l’ambasciata di Haiti ha inviato un suo rappresentante a Las Terrenas.

La proposta non nasce da un capriccio ma da un bisogno concreto e diffuso. Garantire il diritto di ogni cittadino italiano all’accesso ai servizi consolari, anche nelle zone più distanti, significa rafforzare il legame con lo Stato e con la comunità.

L’auspicio è che l’ambasciata raccolga il segnale arrivato dal Comites e apra la strada a una soluzione pratica ed equa, che non grava in maniera insostenibile sul bilancio ma che avrebbe un impatto enorme sulla vita quotidiana di tanti connazionali.

venerdì 19 settembre 2025

Quanto costa portare una bottiglia di vino italiano nella Repubblica Dominicana?


Molti connazionali residenti a Santo Domingo, Las Terrenas o Punta Cana si saranno chiesti perché una bottiglia di vino italiano arrivi sugli scaffali con un prezzo così alto rispetto all’Italia. Non si tratta di “discriminazioni” contro i nostri prodotti, bensì di un sistema fiscale complesso che grava sugli alcolici importati, a prescindere dal Paese di origine.

I tre livelli di tassazione

Quando un importatore introduce una bottiglia di vino in Repubblica Dominicana, deve affrontare tre diversi tipi di imposta:

  1. Dazio doganale
    Il vino imbottigliato paga un dazio medio del 20% sul valore CIF (costo + assicurazione + trasporto).

  2. Impuesto Selectivo al Consumo (ISC)
    È una tassa specifica sugli alcolici che si compone di due parti:

    • Quota specifica: da ottobre a dicembre 2025 è fissata in RD$ 745,60 per litro di alcol assoluto.
      Una bottiglia da 0,75 L al 12% vol equivale a circa RD$ 67 solo di ISC specifico.

    • Quota ad valorem: pari al 10% del prezzo di vendita suggerito al pubblico (PVP).

  3. ITBIS (IVA locale)
    Su quasi tutti i beni di consumo, inclusi gli alcolici, si applica un’IVA del 18%, calcolata anche sul valore dei tributi precedenti.

Un esempio concreto

Supponiamo che un importatore compri una bottiglia di vino italiano dal costo CIF di US$ 5.

  • Al momento dell’arrivo in dogana, aggiungerà US$ 1 di dazio (20%).

  • Poi scatterà l’ISC (sia quota fissa che percentuale) che può aggiungere altri RD$ 70–80 a bottiglia.

  • Infine, l’IVA del 18% si calcola sull’importo totale già aumentato.

Il risultato è che una bottiglia che parte a 5 dollari, dopo tasse e margini commerciali, può facilmente arrivare a US$ 12–15 sullo scaffale dominicano.

Il prezzo elevato del vino italiano in Repubblica Dominicana non è frutto della somma di dazio, imposta selettiva e IVA. Un sistema fiscale che, di fatto, rende il consumo di alcolici importati molto più costoso rispetto ad altri mercati.


mercoledì 17 settembre 2025

“L’ALTRA ITALIA”: un libro che dà voce agli italiani all’estero

 


È uscito in libreria e online L’ALTRA ITALIA, il nuovo saggio di Ennio Marchetti, già autore di Noi, italiani all’estero e del romanzo Novitalia. L’opera analizza con rigore e passione il ruolo politico, sociale ed economico degli italiani nel mondo: oltre sette milioni di iscritti all’AIRE, più di cinquanta milioni di passaporti attivi e fino a 180 milioni di discendenti.

Il libro denuncia le ingiustizie subite, propone riforme concrete e invita a riconoscere gli emigrati non come “cittadini di serie B”, ma come forza viva della nazione.

 

Titolo: L’ALTRA ITALIA: il nuovo libro di Ennio Marchetti sugli italiani nel mondo

Titolo: L’ALTRA ITALIA: il nuovo libro di Ennio Marchetti sugli italiani nel mondo

È stato appena pubblicato L’ALTRA ITALIA, il nuovo libro di Ennio Marchetti, giornalista e scrittore che da anni si occupa di emigrazione italiana. Dopo il saggio Noi, italiani all’estero e il romanzo Novitalia, con quest’opera Marchetti compie un passo ulteriore: dalla narrazione alla rivendicazione politica.

Il volume affronta temi cruciali: la sottorappresentanza parlamentare, i limiti del voto per corrispondenza, le difficoltà legate alla cittadinanza, le pensioni, la sanità e le discriminazioni fiscali. Ma non si limita a denunciare: propone soluzioni concrete, dall’istituzione di un Ministero per gli Italiani all’Estero alla creazione di un Consiglio mondiale indipendente, fino alla richiesta di pari diritti e servizi rispetto ai residenti in patria.

Un capitolo è dedicato anche al MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero), nato come esperienza politica originale e autonoma, capace negli anni di interpretare le esigenze delle comunità italiane nel mondo. La presenza del MAIE viene analizzata come esempio di rappresentanza politica costruita fuori dagli schemi tradizionali, e come possibile punto di riferimento per dare più forza alle rivendicazioni collettive.

I numeri parlano da soli: sette milioni di iscritti all’AIRE, cinquanta milioni di passaporti italiani attivi e fino a 180 milioni di discendenti. Una comunità che, se organizzata, può esercitare un’influenza determinante sulla politica nazionale e internazionale.

L’ALTRA ITALIA non è solo un libro, ma un appello: “o ci ascoltate, o ci organizziamo”. Una voce forte che si rivolge tanto alle istituzioni italiane quanto ai connazionali all’estero, per trasformare una presenza storica in una vera forza politica globale.

Per acquistarlo cliccare su questo link:

https://www.lulu.com/it/shop/ennio-marchetti/laltra-italia/paperback/product-7k8zqn6.html?q=l%27ALTRA+iTALIA+ennio+marchetti&page=1&pageSize=4