La proposta emersa in assemblea Comites – quella di portare periodicamente un funzionario consolare a Las Terrenas per rinnovare i passaporti dei connazionali – è di buon senso e risponde a un bisogno concreto. Eppure, la risposta del funzionario presente, Rodolfo Colaci, è stata di circostanza: “valuteremo i casi impossibilitati a viaggiare”, seguita dal solito richiamo alla mancanza di fondi.
Un atteggiamento che lascia l’amaro in bocca, soprattutto di fronte alla disponibilità del consigliere del CGIE, Paolo Dussich, che durante l’assemblea Comites si è messo subito a disposizione, dichiarando che avrebbe portato personalmente e gratuitamente con la sua auto il funzionario fino a Las Terrenas e lo avrebbe riportato a casa. Alla sua offerta si è aggiunta quella di un altro connazionale, Cesare Agliodo, anch’egli disposto ad accompagnare senza alcun costo il rappresentante consolare. In questo modo, il Consolato non dovrebbe sostenere neppure un minimo peso economico.
Non è dunque questione di denaro, ma di volontà: organizzare un servizio così significherebbe avvicinare lo Stato ai suoi cittadini, e si metterebbe in atto una soluzione che renderebbe più moderno ed efficiente il servizio consolare, superando l’arcaicità di certe prassi burocratiche.
Gli esempi non mancano. Non solo l’ambasciata d’Haiti ha inviato recentemente un proprio rappresentante a Las Terrenas, utilizzando senza difficoltà una struttura scolastica, ma sabato scorso è arrivato anche il Consolato itinerante di Cuba, con tanto di ambasciatore e funzionari al seguito. Evidentemente, ad altri Paesi non pesa investire per andare incontro ai bisogni delle loro comunità.
Cinquant’anni fa, da giovane cronista, in redazione sentivo definire con un nomignolo colorito, che metteva in relazione il peso di una grossa pietra con una parte anatomica del corpo umano, quei giornalisti che preferivano restare seduti alla scrivania, attaccandosi al telefono per avere le notizie, piuttosto che andare a verificare i fatti di persona.
Siamo convinti che questo epiteto non si possa applicare ai solerti funzionari del nostro Consolato di Santo Domingo, che già in passato – quando fu proposta l’idea di un corrispondente consolare a Las Terrenas – mostrarono apertura e disponibilità. Ci auguriamo, quindi, che accolgano con lo stesso spirito positivo anche la richiesta avanzata dalla comunità e dal Comites.

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