Oggi ci siamo imbattuti su un post Instagram del vicepresidente del MAIE (Movimento Associativo Italiani all'Estero) e, a dir poco, è stata un'esperienza folkloristica. Il post riguardava una comunicazione importante e utile: come richiedere il codice fiscale (CF) per i cittadini italiani residenti all'estero.
Eppure, nei commenti si è letto di tutto. Alcuni utenti affermavano che il codice fiscale si ottiene solo pagando le tasse in Italia. Altri dicevano che dall'estero non si può richiedere, e qualcuno è arrivato addirittura a insinuare si trattasse di una truffa. Qualcun altro si chiedeva: "Ma a cosa serve se non vivo più in Italia?". Una vera valanga di disinformazione.
Questo fenomeno rivela una triste verità: molti italiani non leggono più, commentano impulsivamente senza cercare informazioni ufficiali, facilmente reperibili sui siti ministeriali.
Vi suggeriamo di visitare il post in questione per rendervene conto da soli: https://www.instagram.com/p/DMJP0Y9NIVv/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==
Cerchiamo quindi di fare chiarezza.
🔹 Cos'è il Codice Fiscale e chi può richiederlo?
Il codice fiscale è un codice identificativo univoco assegnato a tutti i cittadini italiani, indipendentemente da dove vivano o paghino le tasse. Non è legato alla residenza fiscale, ma all'identità del cittadino italiano.
I cittadini italiani iscritti all'AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero) possono richiederlo:
direttamente dal proprio consolato;
oppure, in modo molto più semplice, online tramite il portale del Ministero degli Esteri, a questo indirizzo: 👉 https://serviziconsolari.esteri.it/ScoFE/services/service-info.sco?serviceId=95&sCode=GCF
Naturalmente, è necessario essere iscritti all'AIRE e registrati sulla piattaforma FAST IT.
🔹 A cosa serve il Codice Fiscale per chi vive all'estero?
Ecco una lista non esaustiva ma significativa:
Per ricevere pensioni, reversibilità o assegni familiari dall'Italia;
Per stipulare contratti di affitto, aprire conti, fare investimenti o gestire successioni in Italia;
Per registrare i figli nati all'estero come cittadini italiani;
Per accedere ai servizi consolari online, che presto saranno accessibili solo tramite CIE.
Per eventuali ricoveri ospedalieri in Italia (nei 90 giorni previsti per gli AIRE);
Per richiedere la nuova CIE (Carta d'Identità Elettronica dove il consolato é giá abilitato);
E in futuro, per accedere a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione, visto che lo SPID verrà dismesso e resterà solo l'accesso tramite CIE (che richiede, appunto, il codice fiscale per essere rilasciata).
🔹 E la Carta d'Identità Elettronica?
Per chi vive all'estero, la CIE sta diventando il principale strumento di identificazione digitale. Ma:
Non tutti i consolati sono abilitati al rilascio della CIE;
Per ottenerla, serve già avere il codice fiscale;
Sulla CIE è incluso il CF, quindi in quel caso il certificato cartaceo non è necessario.
Inoltre, come già riportato sul sito del Governo, lo SPID sarà gradualmente sostituito dalla CIE per l'accesso ai servizi pubblici online. Quindi avere la CIE, e di conseguenza un codice fiscale, diventerà presto indispensabile anche per accedere alla propria area personale su FAST IT o per usare i portali ministeriali.
Il codice fiscale non ha nulla a che vedere con tasse, truffe o privilegi. È uno strumento necessario, gratuito e previsto dalla legge. Informarsi è un dovere civico. Disinformare è un danno per tutta la collettività.
MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero 🇮🇹 Sempre dalla parte degli italiani nel mondo.
Articolo di Giuseppe Cacace – MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero)
Informare è un dovere, soprattutto quando si tratta dei diritti degli italiani nel mondo.
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