martedì 14 ottobre 2025

Prodotti locali, prezzi da importazione: il paradosso dellla Repubblica Dominicana che mangia caro anche ciò che produce


Vivere ai Caraibi è spesso considerato un sogno. Mare turchese, frutta tropicale, sole tutto l’anno. Eppure, chi vive davvero in Repubblica Dominicana sa che dietro quella cartolina si nasconde una realtà economica che, ogni giorno di più, assomiglia a un cortocircuito: i prezzi salgono come in Europa, ma i salari restano fermi ai livelli del Sud del mondo.

Ciò che sorprende ancora di più è che anche i prodotti locali, quelli coltivati, pescati o allevati nel Paese, costano ormai quanto — e talvolta più — che in Italia o in Spagna. È un fenomeno che chi vive qui avverte ogni volta che fa la spesa, ma che ha radici profonde e strutturali.

Una catena lunga e costosa

La prima causa è la struttura della filiera. In Repubblica Dominicana, tra chi produce e chi compra ci sono troppi passaggi intermedi.
Il contadino vende a un grossista, che rivende a un distributore, che infine rifornisce i supermercati o i colmados. Ognuno di questi passaggi aggiunge un ricarico.

Così, il pomodoro raccolto a Sánchez o a Cotuí per 10 pesos al chilo arriva al banco di Las Terrenas a 70 pesos.
In Italia o in Francia esistono cooperative, consorzi e sistemi di distribuzione che riducono i costi e garantiscono margini più equi. Qui, invece, il piccolo produttore non ha potere contrattuale, e il prezzo finale lo decide chi controlla la logistica, non chi lavora la terra.

Agricoltura fragile e resa bassa

Un’altra differenza sostanziale è la produttività agricola.
Gran parte delle aziende dominicane è piccola, familiare e poco meccanizzata. I campi si lavorano ancora con mezzi rudimentali, senza sistemi di irrigazione moderni, e spesso senza accesso a sementi di qualità.

In più, l’energia elettrica e il carburante — necessari per pompare acqua, refrigerare i prodotti e trasportarli — sono tra i più costosi dei Caraibi.
Il risultato è che anche un prodotto “locale” incorpora costi internazionali, e finisce per costare quasi come in Europa, dove però il lavoratore guadagna cinque o sei volte di più.

Prezzi fissati sul dollaro e sul turismo

Il peso dominicano è una moneta fragile, che negli ultimi anni si è svalutata in modo costante.
Molti commercianti, per proteggersi, prezzano in dollari anche ciò che non ha alcuna ragione di esserlo: affitti, carburanti, e perfino frutta o verdura nelle zone turistiche.

A Las Terrenas, Samaná, Punta Cana o Cabarete, il mercato locale non è più “locale”, ma una vetrina per chi arriva con valuta forte.
L’avocado, il mango o il pesce fresco si vendono allo stesso prezzo che un turista europeo considera “basso”, ma che per un dominicano equivale a un lusso.

È l’effetto collaterale dell’economia del turismo: il Paese vende ai ricchi, ma fa vivere i suoi cittadini come poveri.

Speculazione e assenza di regole

A questa distorsione si aggiunge la mancanza di controllo dei prezzi e la cultura della speculazione.
In assenza di un’autorità che regoli il margine di guadagno, ogni commerciante adatta il prezzo in base al cliente.
Un chilo di riso o di patate può costare 20 pesos in un mercato di barrio e 60 in un supermercato frequentato da stranieri.

In Europa, anche nei mercati liberi, esistono controlli, cooperative di categoria e strumenti per evitare l’eccesso di intermediazione.
Qui, invece, il prezzo si forma per “percezione di valore”, non per costo reale. Se un prodotto “può sembrare caro”, allora lo diventa.

Costi di produzione gonfiati dall’energia e dai trasporti

Produrre, conservare e trasportare alimenti nella Repubblica Dominicana costa quasi quanto in Europa, e in certi casi di più.
La corrente elettrica è tra le più care della regione, il carburante si paga in dollari, e le infrastrutture — strade, magazzini, celle frigo — spesso sono insufficienti.

Un camion che trasporta banane da La Vega a Las Terrenas consuma carburante importato dagli Stati Uniti, paga pedaggi, tasse municipali, e affronta strade dissestate. Tutto questo si riflette sul prezzo finale.
Il risultato? Il consumatore paga prezzi “internazionali” per un prodotto nazionale.

Oligopoli e concentrazione del mercato

In alto nella catena ci sono pochi grandi distributori e catene di supermercati che controllano la logistica alimentare del Paese.
Quando pochi attori dominano la distribuzione, possono mantenere i prezzi alti senza timore della concorrenza.
I piccoli negozi non riescono a competere, e finiscono per allinearsi.
In mancanza di una politica agricola e commerciale moderna, il libero mercato diventa un mercato di pochi.

Il paradosso più evidente

Un esempio che riassume tutto: le banane.
In Europa arrivano da Ecuador o Costa Rica e costano circa 1,50 euro al chilo.
In Repubblica Dominicana, dove crescono a ogni angolo, spesso costano lo stesso o di più.

È un simbolo perfetto di un sistema in cui i prezzi non dipendono più dal luogo di produzione, ma dal potere d’acquisto di chi compra.
Un Paese tropicale, che produce mango, cacao, caffè e pesce, ma dove mangiare bene diventa un lusso.

Due economie nello stesso Paese

La Repubblica Dominicana vive oggi una doppia realtà economica:
una per chi guadagna in dollari — turisti, espatriati, investitori — e una per chi guadagna in pesos, cioè la maggioranza della popolazione.
Le due economie si sovrappongono ma non comunicano tra loro.
Il dollaro detta i prezzi, ma il peso paga i salari.

Questa frattura crea un effetto devastante: il costo della vita sale, ma il potere d’acquisto scende, e chi lavora nel Paese finisce per essere straniero a casa propria.

Un sistema che va ripensato

La soluzione non è semplice, ma passa da alcune scelte strutturali:

  • ridurre l’intermediazione tra produttore e consumatore,

  • sostenere le cooperative agricole,

  • investire in logistica, trasporto ed energia,

  • proteggere il mercato interno da speculazioni e prezzi in valuta estera.

Soprattutto, serve una politica economica che agganci i salari al costo reale della vita, e non al passato.
Perché non si può vivere con stipendi da 400 dollari in un Paese dove un chilo di carne ne costa quasi 10, o dove un affitto a Las Terrenas supera quello di una cittadina italiana.

Il mito del “Caribe economico” appartiene al passato.
Oggi la Repubblica Dominicana è un Paese con costo europeo e reddito africano, in cui chi guadagna in dollari vive bene, e chi guadagna in pesos sopravvive.
E finché i prezzi saranno fissati guardando al turista, non al cittadino, il sogno tropicale resterà un miraggio: bello da cartolina, ma amaro nella realtà quotidiana.




mercoledì 24 settembre 2025

Dominicana a rischio di tormenta tropicale


Due perturbazioni che minacciano di trasformarsi in tormenta tropicale stanno interessando Puerto Rico e la parte nord della Repubblica Dominicana. Una in particolare, quella più a sud, ha un 30 per cento di possibilità di trasformarsi in ciclone nelle prossime 48 ore, quando, appunto, interesserà la parte nord della Hispaniola. L’80 per cento nei prossimi 7 giorni. Nelle prossime ore si prevedono quindi piogge copiose. Poi la perturbazione si dirigerà verso le Bahamas salendo verso nord e il territorio degli Stati Uniti.

Sempre gli Stati Uniti saranno interessati dalla perturbazione attualmente più a nord, che ha un 90 per cento di possibilità di trasformarsi in tormenta.

Nessun pericolo per l’uragano Gabrielle che sta facendo dietro front nell’Atlantico.

Violata la ex residenza italiana a Santo Domingo: l’Ambasciata interviene con fermezza


Negli ultimi giorni, le reti sociali hanno acceso i riflettori su un episodio che ha profondamente turbato la comunità italiana residente nella Repubblica Dominicana: la violazione da parte di ignoti della ex residenza dell’Ambasciata d’Italia, situata in Calle Rafael Augusto Sanchez, a Santo Domingo. Sebbene l’edificio non rivesta più una funzione diplomatica, esso rimane proprietà dello Stato italiano e rappresenta il fulcro di un progetto di riqualificazione per la costruzione del nuovo compound demaniale (nella foto).

La notizia ha suscitato commozione e indignazione tra i connazionali, che conservano un forte legame affettivo con la vecchia sede. Per decenni, la residenza ha ospitato infatti celebrazioni, eventi culturali e attività sociali che hanno contribuito a rafforzare il senso di appartenenza e la valorizzazione dell’eredità italiana nella Repubblica Dominicana.

L’Ambasciata d’Italia ha prontamente segnalato l’accaduto alle autorità dominicane competenti, sollecitando misure urgenti per proteggere la proprietà, intensificare i controlli e identificare i responsabili. Le immagini diffuse online renderebbero agevole la ricostruzione dell’identità degli autori della violazione, che si auspica vengano sanzionati in modo adeguato.

Pur riconoscendo che il tempo trascorso possa aver contribuito involontariamente alla vulnerabilità dell’edificio, l’Ambasciata ribadisce l’importanza delle responsabilità che spettano allo Stato ricevente in materia di tutela delle proprietà straniere. Viene inoltre confermata la validità del progetto di rilancio della sede, che prevede il trasferimento della Residenza, della Cancelleria e di una struttura multifunzionale.

Il progetto tecnico preliminare è già stato approvato e l’Ambasciata è pronta a procedere secondo le normative amministrative vigenti, una volta concluse le operazioni immobiliari legate alla riorganizzazione del servizio visti. L’obiettivo è restituire alla comunità italiana uno spazio sicuro, moderno e rappresentativo, in continuità con la storia e il prestigio della presenza italiana nel Paese.

da La Gazzetta Diplomatica

martedì 23 settembre 2025

Servizi consolari itineranti: una richiesta di buon senso


La proposta emersa in assemblea Comites – quella di portare periodicamente un funzionario consolare a Las Terrenas per rinnovare i passaporti dei connazionali – è di buon senso e risponde a un bisogno concreto. Eppure, la risposta del funzionario presente, Rodolfo Colaci, è stata di circostanza: “valuteremo i casi impossibilitati a viaggiare”, seguita dal solito richiamo alla mancanza di fondi.

Un atteggiamento che lascia l’amaro in bocca, soprattutto di fronte alla disponibilità del consigliere del CGIE, Paolo Dussich, che durante l’assemblea Comites si è messo subito a disposizione, dichiarando che avrebbe portato personalmente e gratuitamente con la sua auto il funzionario fino a Las Terrenas e lo avrebbe riportato a casa. Alla sua offerta si è aggiunta quella di un altro connazionale, Cesare Agliodo, anch’egli disposto ad accompagnare senza alcun costo il rappresentante consolare. In questo modo, il Consolato non dovrebbe sostenere neppure un minimo peso economico.

Non è dunque questione di denaro, ma di volontà: organizzare un servizio così significherebbe avvicinare lo Stato ai suoi cittadini, e si metterebbe in atto una soluzione che renderebbe più moderno ed efficiente il servizio consolare, superando l’arcaicità di certe prassi burocratiche.

Gli esempi non mancano. Non solo l’ambasciata d’Haiti ha inviato recentemente un proprio rappresentante a Las Terrenas, utilizzando senza difficoltà una struttura scolastica, ma sabato scorso è arrivato anche il Consolato itinerante di Cuba, con tanto di ambasciatore e funzionari al seguito. Evidentemente, ad altri Paesi non pesa investire per andare incontro ai bisogni delle loro comunità.

Cinquant’anni fa, da giovane cronista, in redazione sentivo definire con un nomignolo colorito, che metteva in relazione il peso di una grossa pietra con una parte anatomica del corpo umano, quei giornalisti che preferivano restare seduti alla scrivania, attaccandosi al telefono per avere le notizie, piuttosto che andare a verificare i fatti di persona.

Siamo convinti che questo epiteto non si possa applicare ai solerti funzionari del nostro Consolato di Santo Domingo, che già in passato – quando fu proposta l’idea di un corrispondente consolare a Las Terrenas – mostrarono apertura e disponibilità. Ci auguriamo, quindi, che accolgano con lo stesso spirito positivo anche la richiesta avanzata dalla comunità e dal Comites.

sabato 20 settembre 2025

Funzionario consolare itinerante: una proposta per aiutare i connazionali lontani da Santo Domingo


Durante l’assemblea del Comites di Santo Domingo, svoltasi ieri pomeriggio, il consigliere e segretario Flavio Bellinato ha rilanciato una proposta già emersa sulle pagine del nostro giornale alcune settimane fa: istituire un servizio di funzionario consolare itinerante, che si rechi periodicamente – ad esempio ogni sei mesi – nei centri più lontani dalla capitale, in particolare a Las Terrenas, dove vive una numerosa comunità italiana.

L’obiettivo è semplice ma cruciale: evitare agli anziani e ai residenti nelle zone remote i lunghi, faticosi e costosi viaggi a Santo Domingo, con partenze nel cuore della notte, per il rinnovo del passaporto. Con un calendario prestabilito di visite, ciascun connazionale potrebbe organizzarsi in base alla data, risparmiando tempo, fatica e denaro.

Alla proposta Bellinato ha fatto eco un breve intervento del funzionario dell’ambasciata, Rodolfo Colaci, presente all’assemblea. Questi ha inizialmente riconosciuto l’esigenza, ma ha limitato l’impegno a valutare i casi di connazionali impossibilitati a viaggiare. Ha poi frenato sulla fattibilità, citando i costi e la mancanza di fondi.

Una posizione giudicata poco convincente, tanto più quando il consigliere del CGIE, Paolo Dussich, si è detto disponibile ad accompagnare personalmente con la sua auto il funzionario, accollandosi persino le spese del viaggio.

Il nodo dei costi, in realtà, appare fragile: se si sommano le spese sostenute individualmente da decine di connazionali costretti a raggiungere Santo Domingo, il peso economico complessivo risulta certamente superiore a quello di un singolo funzionario itinerante. Inoltre, non mancano soluzioni logistiche: un’aula scolastica, un’associazione locale o una sede disponibile potrebbero benissimo ospitare il servizio, come già accaduto ad esempio quando l’ambasciata di Haiti ha inviato un suo rappresentante a Las Terrenas.

La proposta non nasce da un capriccio ma da un bisogno concreto e diffuso. Garantire il diritto di ogni cittadino italiano all’accesso ai servizi consolari, anche nelle zone più distanti, significa rafforzare il legame con lo Stato e con la comunità.

L’auspicio è che l’ambasciata raccolga il segnale arrivato dal Comites e apra la strada a una soluzione pratica ed equa, che non grava in maniera insostenibile sul bilancio ma che avrebbe un impatto enorme sulla vita quotidiana di tanti connazionali.

venerdì 19 settembre 2025

Quanto costa portare una bottiglia di vino italiano nella Repubblica Dominicana?


Molti connazionali residenti a Santo Domingo, Las Terrenas o Punta Cana si saranno chiesti perché una bottiglia di vino italiano arrivi sugli scaffali con un prezzo così alto rispetto all’Italia. Non si tratta di “discriminazioni” contro i nostri prodotti, bensì di un sistema fiscale complesso che grava sugli alcolici importati, a prescindere dal Paese di origine.

I tre livelli di tassazione

Quando un importatore introduce una bottiglia di vino in Repubblica Dominicana, deve affrontare tre diversi tipi di imposta:

  1. Dazio doganale
    Il vino imbottigliato paga un dazio medio del 20% sul valore CIF (costo + assicurazione + trasporto).

  2. Impuesto Selectivo al Consumo (ISC)
    È una tassa specifica sugli alcolici che si compone di due parti:

    • Quota specifica: da ottobre a dicembre 2025 è fissata in RD$ 745,60 per litro di alcol assoluto.
      Una bottiglia da 0,75 L al 12% vol equivale a circa RD$ 67 solo di ISC specifico.

    • Quota ad valorem: pari al 10% del prezzo di vendita suggerito al pubblico (PVP).

  3. ITBIS (IVA locale)
    Su quasi tutti i beni di consumo, inclusi gli alcolici, si applica un’IVA del 18%, calcolata anche sul valore dei tributi precedenti.

Un esempio concreto

Supponiamo che un importatore compri una bottiglia di vino italiano dal costo CIF di US$ 5.

  • Al momento dell’arrivo in dogana, aggiungerà US$ 1 di dazio (20%).

  • Poi scatterà l’ISC (sia quota fissa che percentuale) che può aggiungere altri RD$ 70–80 a bottiglia.

  • Infine, l’IVA del 18% si calcola sull’importo totale già aumentato.

Il risultato è che una bottiglia che parte a 5 dollari, dopo tasse e margini commerciali, può facilmente arrivare a US$ 12–15 sullo scaffale dominicano.

Il prezzo elevato del vino italiano in Repubblica Dominicana non è frutto della somma di dazio, imposta selettiva e IVA. Un sistema fiscale che, di fatto, rende il consumo di alcolici importati molto più costoso rispetto ad altri mercati.


mercoledì 17 settembre 2025

“L’ALTRA ITALIA”: un libro che dà voce agli italiani all’estero

 


È uscito in libreria e online L’ALTRA ITALIA, il nuovo saggio di Ennio Marchetti, già autore di Noi, italiani all’estero e del romanzo Novitalia. L’opera analizza con rigore e passione il ruolo politico, sociale ed economico degli italiani nel mondo: oltre sette milioni di iscritti all’AIRE, più di cinquanta milioni di passaporti attivi e fino a 180 milioni di discendenti.

Il libro denuncia le ingiustizie subite, propone riforme concrete e invita a riconoscere gli emigrati non come “cittadini di serie B”, ma come forza viva della nazione.

 

Titolo: L’ALTRA ITALIA: il nuovo libro di Ennio Marchetti sugli italiani nel mondo

Titolo: L’ALTRA ITALIA: il nuovo libro di Ennio Marchetti sugli italiani nel mondo

È stato appena pubblicato L’ALTRA ITALIA, il nuovo libro di Ennio Marchetti, giornalista e scrittore che da anni si occupa di emigrazione italiana. Dopo il saggio Noi, italiani all’estero e il romanzo Novitalia, con quest’opera Marchetti compie un passo ulteriore: dalla narrazione alla rivendicazione politica.

Il volume affronta temi cruciali: la sottorappresentanza parlamentare, i limiti del voto per corrispondenza, le difficoltà legate alla cittadinanza, le pensioni, la sanità e le discriminazioni fiscali. Ma non si limita a denunciare: propone soluzioni concrete, dall’istituzione di un Ministero per gli Italiani all’Estero alla creazione di un Consiglio mondiale indipendente, fino alla richiesta di pari diritti e servizi rispetto ai residenti in patria.

Un capitolo è dedicato anche al MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero), nato come esperienza politica originale e autonoma, capace negli anni di interpretare le esigenze delle comunità italiane nel mondo. La presenza del MAIE viene analizzata come esempio di rappresentanza politica costruita fuori dagli schemi tradizionali, e come possibile punto di riferimento per dare più forza alle rivendicazioni collettive.

I numeri parlano da soli: sette milioni di iscritti all’AIRE, cinquanta milioni di passaporti italiani attivi e fino a 180 milioni di discendenti. Una comunità che, se organizzata, può esercitare un’influenza determinante sulla politica nazionale e internazionale.

L’ALTRA ITALIA non è solo un libro, ma un appello: “o ci ascoltate, o ci organizziamo”. Una voce forte che si rivolge tanto alle istituzioni italiane quanto ai connazionali all’estero, per trasformare una presenza storica in una vera forza politica globale.

Per acquistarlo cliccare su questo link:

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Venerdí 19 l'assemblea ordinaria del Comites Santo Domingo

Il Comites Santo Domingo si riunirà venerdì prossimo in assemblea ordinaria.

A partire dalla 16.30 locali saranno discussi questi punti che figurano all'ordine del giorno:

1.⁠ ⁠- Relazione Annuale Programmatica del Presidente ex Art. 2 comma 4, lett. d) della Legge 286/2003;
2.⁠ ⁠- Approvazione del Bilancio Preventivo 2025, corredato dalla documentazione stabilita alla lettera B) della circolare n.2 del 28 Luglio 2020 (Allegati 2 e 3) necessaria per la presentazione della richiesta di finanziamento al MAECI
3 - Aggiornamento finanziamenti richiesti - Sportello Comites
4 - Varie ed eventuali

L’accesso al pubblico, come nelle precedenti occasioni, sarà garantito mediante la trasmissione dal vivo sulla pagina Facebook ufficiale del Comitato:

www.facebook.com/comitessd

martedì 16 settembre 2025

Atlantico in fermento: due nuove minacce tropicali si affacciano sull'oceano


Il mese di settembre, storicamente il cuore della stagione degli uragani, conferma ancora una volta la sua fama. Dall’ultima mappa diffusa oggi dal National Hurricane Center (NHC) si legge chiaramente una situazione turbolenta sull’Atlantico: due ampie aree di bassa pressione si stanno organizzando, e promettono di movimentare i prossimi giorni con la possibilità concreta di nuovi cicloni tropicali.

La più preoccupante delle due depressioni è quella situata al centro dell’oceano, a metà strada tra l’Africa e i Caraibi. Qui si sta formando un sistema ampio e sempre più organizzato, con temporali in consolidamento e una traiettoria diretta verso ovest-nord-ovest. Gli esperti parlano ormai di una probabilità altissima che si trasformi presto in depressione tropicale, e forse in tempesta vera e propria. I mari caldi che la circondano e la riduzione dei venti in quota creano le condizioni ideali perché questa onda tropicale diventi, nel giro di poche ore, la prossima tempesta nominata della stagione.

Più a est, appena uscita dalle coste africane, un’altra onda tropicale cerca di prendere forma. Al momento appare meno minacciosa, disturbata da polvere sahariana e aria secca che ne limitano lo sviluppo. Tuttavia, il suo cammino verso ovest potrebbe offrirle maggiore energia: se dovesse organizzarsi nei prossimi giorni, non si esclude che anche questo sistema si trasformi in un ciclone da monitorare con attenzione.

Il grande interrogativo resta la traiettoria. Per ora i modelli indicano che il sistema più avanzato potrebbe piegare leggermente verso nord, mantenendosi lontano dalle isole caraibiche. Ma le previsioni a lungo termine restano incerte: basta un cambio nei venti in quota o nella pressione atmosferica perché la rotta si modifichi, spingendolo più vicino alle Antille o persino verso il continente americano.

Meno probabile un impatto immediato da parte della seconda onda tropicale, ma la storia insegna che in settembre ogni nuova perturbazione può trasformarsi rapidamente in tempesta, con sviluppi imprevedibili.

L’Atlantico, insomma, è entrato nel suo periodo più caldo e insidioso. Per milioni di persone che vivono lungo le coste, dai Caraibi agli Stati Uniti, fino all’America Centrale, l’attenzione resta altissima. E la “nave del tempo” chiamata uragano continua la sua navigazione incerta, sospesa tra l’imprevedibilità della natura e la speranza che i venti pieghino altrove.


lunedì 15 settembre 2025

Las Terrenas. Addio a Vittorio Spadaro: domani il rito funebre


Dopo aver dato notizia della sua immatura e tragica scomparsa, annunciamo che domani, martedì 16 settembre alle ore 15, si terrà il rito funebre laico in memoria di Vittorio Spadaro sulla spiaggia antistante la Marina de Guerra di Las Terrenas.

Saranno presenti i fratelli giunti dall’Italia, a testimonianza di un legame familiare e affettivo che neppure la distanza ha potuto spegnere.
Le ceneri verranno sparse nell’oceano, in quell’abbraccio infinito che resterà per sempre simbolo del vuoto lasciato da Vittorio nella comunità e tra quanti lo hanno conosciuto e amato.

I policía acostados di Las Terrenas: sicurezza o minaccia per la salute?


Le strade di Las Terrenas sono disseminate dei cosiddetti policía acostados, i dossi artificiali costruiti per frenare le corse sfrenate dei motociclisti calibradores. Ce ne sono decine e decine, spesso realizzati senza criteri logici, senza segnaletica e in molti casi perfino autocostruiti.

Se da un lato hanno lo scopo di ridurre la velocità, dall’altro hanno un impatto pesante sulla salute di migliaia di persone. La maggioranza dei residenti, infatti, è costretta a muoversi quotidianamente sui motoconchos, gli unici mezzi di trasporto pubblico realmente accessibili, visto che i taxi restano destinati ai turisti e hanno tariffe proibitive.

Gli effetti di questo sistema si vedono sulla pelle di chi viaggia: continui sobbalzi che colpiscono schiena, collo e articolazioni; rischi per anziani, donne incinte e bambini; stress fisico e incidenti frequenti, soprattutto di notte, quando i dossi non sono illuminati né segnalati.

Vale davvero la pena mettere a repentaglio la salute collettiva per contenere la velocità di pochi irresponsabili? Non sarebbe più giusto e moderno sostituire i dossi selvaggi con controlli di polizia urbana, multe salate e infrastrutture regolate, posizionate solo nei punti realmente pericolosi?

La sicurezza stradale non può essere sinonimo di improvvisazione. Servono regole, responsabilità e rispetto sia per chi cammina sia per chi guida.

mercoledì 10 settembre 2025

Amazon a domicilio: progresso o semplice illusione?

L’annuncio che Amazon avrebbe iniziato a consegnare direttamente nella Repubblica Dominicana è stato accolto da molti come un segnale di modernità. Finalmente anche qui, come a New York o a Milano, basta un clic per ricevere un pacco davanti alla porta di casa. Una promessa che sa di globalizzazione compiuta, di accesso immediato al grande mercato mondiale.

Ma la realtà, come spesso accade, è meno scintillante della pubblicità. La spedizione diretta costa, e non poco: spesso più del prodotto stesso. È questo il punto che nessuno dice apertamente. Il sogno di un Paese allineato ai ritmi di Amazon rischia di trasformarsi in una beffa, dove un piccolo oggetto dal valore irrisorio si gonfia di spese fino a diventare quasi un lusso.

Chi conosce il sistema tradizionale di spedizioni sa che, con un passaggio in più, si spende meno. Non è un meccanismo perfetto: bisogna aspettare, organizzarsi, andare a ritirare il pacco. Ma a conti fatti il portafoglio ringrazia, e la libertà di scegliere qualsiasi prodotto resta intatta. Amazon, invece, impone limiti: non tutto ciò che è in vendita negli Stati Uniti è disponibile per la consegna diretta qui.

E allora la domanda è inevitabile: vogliamo davvero pagare di più solo per sentirci uguali agli altri consumatori del mondo? La comodità ha un prezzo, certo. Ma quando quel prezzo diventa sproporzionato, la comodità smette di essere un vantaggio e diventa solo un’illusione ben confezionata.

Le simulazioni lo confermano: per pacchi piccoli e leggeri, i servizi tradizionali che passano da un intermediario negli Stati Uniti sono in genere più convenienti. La consegna diretta di Amazon, invece, tende a collocarsi leggermente più in alto, annullando di fatto la promessa di risparmio.

Il discorso cambia con pacchi più grandi o quando la priorità è la comodità assoluta: in quei casi Amazon può rappresentare un’alternativa valida, anche se più costosa.

Alla fine, non c’è una risposta unica. Chi guarda al risparmio continuerà a preferire gli intermediari; chi cerca la semplicità, accetterà il sovrapprezzo di Amazon. Ma è bene ricordarlo: almeno per ora, il mito della convenienza Amazon in Repubblica Dominicana è più fragile di quanto sembri.

SeNaSa: lo scandalo che scuote la sanità dominicana


La Repubblica Dominicana è scossa da uno scandalo che mette a nudo le fragilità del suo sistema sanitario pubblico. Parliamo del SeNaSa, l’assicurazione statale che copre milioni di dominicani, in particolare chi non può permettersi una polizza privata. Proprio lì, dove lo Stato dovrebbe garantire equità e protezione sociale, si è annidato un meccanismo di corruzione che per anni ha sottratto risorse preziose a chi ne aveva più bisogno.

Secondo le indagini giornalistiche, milioni di pesos sono stati drenati attraverso pratiche mediche mai realizzate, autorizzate da un sistema parallelo messo in piedi da funzionari infedeli. Un vero e proprio saccheggio silenzioso, avvenuto mentre migliaia di pazienti affrontavano code interminabili, carenza di farmaci e ritardi negli appuntamenti.

Lo scandalo non riguarda solo i numeri, per quanto impressionanti. È piuttosto la fotografia di un Paese in cui la burocrazia si è gonfiata, i contratti opachi hanno favorito interessi privati e la trasparenza è rimasta una promessa non mantenuta. Non a caso, il Governo ha rimosso la dirigenza di SeNaSa, cercando di dare un segnale di rottura con il passato. Ma la fiducia dei cittadini, una volta persa, non si recupera con un semplice cambio al vertice.

Va ricordato che per la maggioranza degli stranieri che vivono nella Repubblica Dominicana la questione è marginale: chi non è cittadino o non lavora in un’impresa locale di solito si affida a assicurazioni private, spesso care ma affidabili. Lo scandalo SeNaSa riguarda soprattutto i dominicani, cioè quella parte della popolazione che non ha alternative, e che dipende da questo sistema per ottenere le cure più basilari. È qui che il tradimento è più grave: colpire i più deboli.

Per gli italiani che vivono nell’isola, la vicenda è comunque uno specchio importante. Mostra quanto la corruzione possa insinuarsi anche nel settore più delicato: la salute. Ci ricorda che la fragilità di un sistema pubblico non è un problema lontano, ma una realtà che tocca la vita quotidiana delle persone con cui condividiamo le strade, i mercati, i quartieri.

Il SeNaSa, nato come strumento di giustizia sociale, rischia oggi di diventare il simbolo di una promessa tradita. E se la politica non riuscirà a trasformare lo scandalo in una vera occasione di riforma, il costo più alto non sarà solo finanziario, ma umano: la perdita definitiva di fiducia in uno Stato che non sa proteggere i suoi cittadini.

martedì 9 settembre 2025

Addio a Vittorio Spadaro, cuore generoso e amico sincero della comunità italiana

 


Las Terrenas piange la scomparsa di Vittorio Spadaro, 66 anni, responsabile dell’ufficio di Assistenza agli Italiani e figura amata da tutta la comunità.

Vittorio se n’è andato nel sonno, stroncato da una trombosi. Il suo corpo è stato trasferito a Santo Domingo per gli esami di carattere legale.

Per chiunque avesse avuto bisogno di una mano con documenti, pratiche consolari o semplicemente un consiglio, Vittorio era lì: disponibile, paziente, sorridente. Non chiedeva nulla in cambio, perché credeva profondamente che l’aiuto reciproco fosse un dovere morale, specialmente per chi vive lontano dalla propria patria.

In questi anni ha seguito più di 650 pratiche e ha accompagnato oltre mille connazionali tra passaporti, iscrizioni AIRE, certificati, visti e appuntamenti con ambasciata e consolato. Ma i numeri non bastano a raccontare il valore della sua presenza: per tanti italiani, Vittorio è stato una bussola, un porto sicuro, un amico fidato. Le richieste di aiuto arrivavano non solo da Las Terrenas e dalla Repubblica Dominicana, ma anche dagli Stati Uniti e da altre parti del continente.

Oltre al lavoro, era un uomo di abitudini semplici e rassicuranti. Ogni mattina, dalla sua casa di El Limón, saliva sulla sua moto e, prima di arrivare al suo ufficio di Plaza Mango, si fermava in un locale italiano di Las Terrenas per la colazione: un croissant, un cornetto e una bottiglietta d’acqua. Non mancava mai la sua inseparabile sigaretta Capital e al polso portava, con orgoglio, il suo vecchio orologio Citizen.

Era conosciuto anche per il suo carattere: un po’ burbero, ma era un burbero buono, caparbio e diretto, che non mollava mai finché non riusciva a risolvere un problema. Dietro quell’apparenza ruvida si nascondeva una bontà autentica, fatta di gesti concreti e di attenzioni sincere.

Al di là dei documenti e delle pratiche, Vittorio aveva un affetto speciale: una bambina che aveva cresciuto come fosse sua figlia, e che era la sua vera ragione di vita.

La sua perdita lascia un vuoto profondo non soltanto a Las Terrenas, ma anche in tutta la Repubblica Dominicana e tra gli italiani che, da lontano, avevano imparato a conoscerlo e ad affidarsi a lui.

Eppure Vittorio va ricordato non solo con le lacrime, ma anche con un sorriso: perché era un uomo solare, capace di trasmettere energia e positività anche nei momenti difficili.

Oggi non resta che dirgli grazie. Grazie per la generosità, la dedizione e l’amicizia.

In ricordo di Vittorio Spadaro

 

Vittorio Spadaro

Las Terrenas, 9 settembre 2025

Con profonda tristezza annunciamo la scomparsa improvvisa del nostro caro amico e coordinatore del MAIE a Las Terrenas, Vittorio Spadaro.

Vittorio non era soltanto un coordinatore: era un punto di riferimento per la comunità italiana, un uomo che ha dedicato tempo ed energie ad aiutare chiunque bussasse alla sua porta. Ogni pratica, ogni documento, ogni caso lo affrontava come se fosse il suo, con passione, dedizione e grande umanità.

La sua disponibilità, la sua serietà e il suo impegno instancabile nel difendere i diritti degli italiani all’estero resteranno per sempre un esempio per tutti noi. A Las Terrenas, e non solo, ha lasciato una traccia profonda fatta di solidarietà, amicizia e servizio.

La perdita di Vittorio lascia un vuoto enorme, ma il suo spirito continuerà a vivere nelle battaglie che portiamo avanti e nel ricordo di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

Grazie, Vittorio, per quello che sei stato e per quello che hai donato. Non ti dimenticheremo mai.

                                                                         
MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero

mercoledì 3 settembre 2025

Consolati e anziani, perché i 75 anni a Santo Domingo e i 65 a Bogotá?


C’è un piccolo grande mistero che riguarda noi italiani all’estero. In Colombia, chi ha superato i 65 anni può recarsi al Consolato senza prenotare online con il famigerato sistema “Prenot@mi”, che spesso obbliga a lunghe attese davanti al computer e a giornate perse dietro a slot inesistenti. È una misura di buon senso: non tutti i nostri connazionali più anziani hanno dimestichezza con internet, e la salute non sempre consente di stare dietro a procedure complicate.

Eppure, a Santo Domingo, la regola è ben diversa. Prima il Consolato italiano aveva fissato l’esenzione dai 70 anni in su, e ora l’ha portata addirittura a 75. Una differenza sostanziale rispetto a Bogotá: dieci anni in più di “pazienza obbligata”.

Il paradosso è evidente se guardiamo i numeri. In Colombia gli iscritti all’AIRE sono più di 21 mila, in Repubblica Dominicana circa 10 mila: oltre il doppio. Logica vorrebbe che, dove la comunità italiana è più numerosa e quindi più difficile da gestire, i criteri fossero più restrittivi; e che, al contrario, dove siamo meno, si concedessero facilitazioni più ampie. Invece accade l’opposto: i connazionali colombiani hanno il privilegio già a 65 anni, quelli dominicani devono aspettare i 75.

Sorge spontanea la domanda: siamo forse più “giovanili” e “in salute” dei nostri connazionali di Bogotá? Oppure qualcuno non ha ben chiaro cosa significhi davvero invecchiare lontano dall’Italia, senza la rete familiare che spesso aiuta nelle incombenze burocratiche?

In realtà, questa scelta rischia di trasformarsi in una discriminazione. Perché obbligare un settantunenne dominicano d’adozione a passare attraverso “Prenot@mi”, quando il suo coetaneo di Medellín può presentarsi allo sportello senza computer né password?

La logica dovrebbe essere quella di unificare i criteri, semplificando la vita a chi ha già dato molto e non ha più energie da perdere dietro ad algoritmi. Gli anziani italiani all’estero non sono cittadini di serie B, e meritano rispetto e praticità nelle regole consolari.

La burocrazia è spesso cieca. Ma qui rischia anche di essere ingiusta.

Amazon sbarca nella Repubblica Dominicana: un hub regionale che cambia le regole


La Repubblica Dominicana ha raggiunto un traguardo storico nel settore della logistica e del commercio elettronico: Amazon inaugura ufficialmente il suo primo hub caraibico, conferendo al paese un ruolo di primo piano nella distribuzione regionale.

Durante una puntata de La Semanal con la Prensa, il Presidente Luis Abinader ha annunciato l'avvio delle operazioni di Amazon Air Cargo, istituendo la Repubblica Dominicana come primo hub in tutta la regione caraibica, e solo il secondo in America Latina

L'avvio operativo era previsto per il 2 settembre 2025, con l’atterraggio del primo volo cargo di Amazon nell'aeroporto Las Américas, inaugurando così la nuova fase 

L’accordo prevede sette voli settimanali diretti, con una capacità totale di circa 770–800 tonnellate di merce, una cifra impressionante che enfatizza il potenziamento delle infrastrutture aeroportuali e doganali dominicane 

L'arrivo di Amazon nel paese è destinato a trasformare il panorama del commercio locale e regionale in diversi modi:

  • Riduzione dei tempi di consegna e costi operativi grazie alla logistica integrata e modernizzata 

  • Benefici nell’innovazione tecnologica, rafforzamento dei sistemi portuali (Caucedo, Haina) e aeroportuali 

  • Nuove opportunità occupazionali nel settore dei trasporti, della logistica e dell'e‑commerce 

Non mancano però timori e perplessità:

  • La concorrenza con corrieri locali e piccole imprese potrebbe risultare dura, a causa della velocità, della convenienza e della scala operativa di Amazon 

  • Si ipotizza un modello ibrido di distribuzione, con possibili partner locali coinvolti nella consegna dell’“ultimo miglio” 

  • Il successo dell'iniziativa dipenderà dalla capacità di adattamento delle imprese locali, da una digitalizzazione efficace e da una collaborazione pubblico‑privato ben strutturata 

L’arrivo di Amazon in Repubblica Dominicana rappresenta un cambiamento epocale: da un lato apre le porte a nuovi van­taggi in termini di efficienza logistica, innovazione e crescita economica; dall’altro solleva la necessità di ripensare strategie per imprese e operatori locali, affinché possano inserirsi e competere in un mercato sempre più dinamico.


sabato 30 agosto 2025

Settembre, il mese degli uragani


Settembre è, da sempre, il cuore della stagione ciclonica atlantica. Se giugno e luglio aprono le danze con le prime onde tropicali, e ottobre tende a chiuderle con fenomeni spesso legati al Mar dei Caraibi, è proprio settembre che rappresenta il picco statistico degli uragani nell’Oceano Atlantico.

Perché proprio settembre?

Il motivo è soprattutto climatico. In questo mese le acque dell’Atlantico e dei Caraibi hanno raggiunto la massima temperatura dell’anno, accumulando calore durante tutta l’estate. Questo calore è il “carburante” che alimenta tempeste tropicali e uragani. Allo stesso tempo, la circolazione atmosferica favorisce la nascita e lo sviluppo di sistemi organizzati che possono trasformarsi rapidamente in cicloni.

Secondo i dati del National Hurricane Center (NHC), la media storica mostra che oltre il 35% degli uragani atlantici si forma proprio tra il 20 agosto e il 20 settembre, con un picco massimo intorno al 10 settembre.

Memorie di settembre

Le cronache meteorologiche ricordano numerosi uragani devastanti che si sono abbattuti in questo periodo: da Irma e Maria (2017), che colpirono duramente i Caraibi, a Georges (1998) che devastò anche la Repubblica Dominicana, fino a Katrina (2005) che mise in ginocchio New Orleans. Ogni anno, settembre porta con sé timori e ricordi che restano impressi nelle comunità costiere.

Cosa aspettarsi nel 2025

Quest’anno la stagione atlantica si è già mostrata attiva, e le condizioni attuali – con temperature marine molto sopra la media – lasciano prevedere che settembre sarà un mese da monitorare con particolare attenzione. Per i Caraibi e per la costa orientale del Nord America significa vivere settimane di vigilanza costante: occhi puntati sulle mappe del NHC e orecchie attente agli avvisi di protezione civile.

Un invito alla prudenza

“Settembre, mese degli uragani” non deve essere solo un titolo evocativo, ma un promemoria alla prudenza. Preparare un piccolo kit di emergenza, avere un piano familiare e seguire le indicazioni delle autorità può fare la differenza. Per chi vive nei Caraibi o nel Sud degli Stati Uniti, la parola chiave resta la stessa ogni anno: preparazione.

venerdì 29 agosto 2025

La Filarmonica di Santo Domingo in concerto a Puerto Plata


 

Importantissimo appuntamento culturale a Puerto Plata.

Nel Parque Central della città sull'Atlantico si esibirà l'Orchestra Filarmonica di San Domingo diretta dal maestro Amaury Sánchez.

L'appuntamento è proposto dal Ministero della Cultura e si terrà sabato 6 settembre a partire dalle ore 19.

giovedì 28 agosto 2025

Italiani all’estero, incontro tra i Comites di Santo Domingo e Guatemala


Dialogo e collaborazione al centro dell’incontro tra la presidente del Comites di Santo Domingo, Licia Colombo, e la presidente del Comites del Guatemala, Flavia Cerroni, svoltosi a Punta Cana, in Repubblica Dominicana.

L’appuntamento ha rappresentato un’occasione di confronto tra due comitati attivi nella regione centroamericana, entrambi impegnati da anni nel supporto delle collettività italiane all’estero.

Le due presidenti hanno condiviso le rispettive esperienze e progetti, ponendo particolare attenzione ai servizi consolari, spesso sotto pressione per la scarsità di risorse e la crescente domanda di assistenza. “Il confronto con altri Comites è fondamentale per individuare soluzioni comuni a problemi condivisi”, ha detto Colombo. Cerroni ha aggiunto: “Le difficoltà che affrontiamo nei nostri paesi sono spesso analoghe. Questo tipo di scambio ci permette di rafforzare la nostra azione e di avviare sinergie con impatto positivo concreto”.

Al termine, Colombo e Cerroni hanno ribadito la volontà di mantenere un contatto costante per migliorare servizi e attività a beneficio delle comunità italiane.

da askanews.it

martedì 26 agosto 2025

L'Ambasciatore Queirolo Palmas in visita al laminatoio Ecoacero di Boca Chica


Il Ministro d'Industria, Commercio e PMI, Victor Ito Bisonò, accompagnato dell'Ambasciatore d'Italia in
Repubblica Dominicana, Stefano Queirolo Palmas, ha visitato il nuovo laminatoio Ecoacero situato a Boca Chica, quasi interamente realizzato con macchinari italiani. Accompagnava le personalità in visita l'imprenditore dominicano Ing. Manuel Estrella, titolare del Gruppo Estrella, attivo nel campo delle costruzioni civili e grandi opere di infrastruttura, proprietario anche del cementificio adiacente Panam.

Il progetto ha creato circa 500 posti di lavoro diretti che ha coinvolto le migliori PMI specializzate, è stato reso possibile grazie alla consulenza dell'esperto italiano Emanuel Roiatti. Sul sito lavorano in permanenza circa 20 tecnici italiani, mentre la manodopera locale proviene per la maggior parte dagli istituti tecnici della zona, ed è stata formata dai nostri connazionali direttamente nel cantiere di costruzione degli impianti.

Le buone ricette di Alex Ziccarelli: cavatelli con fagioli cannellini e gamberoni

Oggi parliamo di una ricetta per tutte le stagioni, buonissima, con accostamenti forse nuovi a qualcuno, ma che ha il vantaggio di avere sia prodotti della terra che del mare, i cavatelli con fagioli cannellini e gamberoni. 

Ma veniamo subito agli ingredienti per 4 persone: 250 gr. di fagioli cannellini secchi, 350 gr. di cavatelli, 450 gr. di gamberoni, 150 gr. di pomodorini ciliegini, 1 spicchio di aglio, prezzemolo fresco q.b., sale e pepe q.b., olio extravergine di oliva q.b. 

Procedimento: in una pentola capiente mettete a bagno tutta la notte i fagioli cannellini. Il giorno seguente sciacquateli bene e cuoceteli per poco più di un’ora, quindi salate ma solo alla fine. In una casseruola fate soffriggere uno spicchio d’aglio, aggiungete i pomodorini ciliegini tagliati a metà e fate cuocere il tutto per qualche minuto a fiamma media. Eliminate l’aglio e aggiungete i fagioli con un po’ della loro acqua di cottura. Salate e pepate a piacere. Fate insaporire a fuoco basso. Pulite e lavate i gamberi, aggiungeteli ai fagioli e dopo pochi minuti terminate la cottura. Spegnete il fuoco. Prelevate una parte di fagioli e qualche gamberone e frullateli al mixer. Nel frattempo cuocete i cavatelli, se li preparate freschi a mano basteranno 1-2 minuti di cottura. 

Scolateli e trasferiteli nella casseruola con i fagioli, spegnete il fuoco e mescolate. Componete il piatto: mettete la crema di fagioli e gamberi sul fondo, poi la pasta precedentemente condita e un paio di gamberoni a testa. Decorate con un po’  di prezzemolo tritato, un filo d’olio extravergine d’oliva e una macinata fresca di pepe nero al momento. E buon appetito.

giovedì 21 agosto 2025

Atlantico agitato: i Caraibi guardano con apprensione ai nuovi sistemi tropicali


L’Atlantico non concede tregua. Mentre l’uragano Erin scivola verso nord-est in acque aperte, riducendo i pericoli immediati per la costa orientale degli Stati Uniti, lo sguardo si sposta ora su tre nuovi sistemi in formazione che potrebbero cambiare rapidamente lo scenario meteo nei prossimi giorni.

Erin si allontana, ma lascia il segno

Il passaggio di Erin ha ricordato quanto fragile sia l’equilibrio costiero degli Stati Uniti, con mareggiate e correnti insidiose che continuano a minacciare le spiagge atlantiche. Nonostante il pericolo diretto sembri superato, le autorità mantengono alta la vigilanza: basta un improvviso cambio di traiettoria perché il rischio torni concreto.

Le vere incognite: i sistemi a est dei Caraibi

La maggiore preoccupazione si concentra ora sul disturbo tropicale evidenziato in rosso a est delle Piccole Antille. Le probabilità che evolva in tempesta sono altissime, e la traiettoria suggerita lo spinge verso Porto Rico e la Repubblica Dominicana. Piogge torrenziali, venti forti e allagamenti non sono esclusi.

Due ulteriori perturbazioni, una centrale e una appena uscita dalle coste africane, potrebbero diventare i prossimi protagonisti della stagione: sistemi che oggi sembrano lontani, ma che entro una settimana potrebbero minacciare seriamente i Caraibi e, più avanti, anche il Nord America.

Una stagione che conferma i timori

Ogni estate si ripete lo stesso copione: mari sempre più caldi e correnti favorevoli alimentano la nascita di cicloni, trasformando l’Atlantico in un “laboratorio” di tempeste. Per i Caraibi e per la Florida significa vivere in costante attesa, con l’incubo di vedere da un giorno all’altro il cielo oscurarsi e il mare trasformarsi in una minaccia.

La lezione resta sempre la stessa: preparazione, vigilanza e rispetto della natura. Perché gli uragani non guardano confini né stagioni turistiche.

mercoledì 20 agosto 2025

Proteste e apagones: la Repubblica Dominicana tra vecchi guasti e nuove speranze


La Repubblica Dominicana sta vivendo giorni di forte tensione sociale: manifestazioni in molte città contro gli apagones, quei blackout elettrici che, nonostante moderne promesse, continuano a turbare la quotidianità dei cittadini. Il malfunzionamento della rete energetica non è un fatto recente ma si protrae da decenni, complicato da inefficienze, vetusta infrastruttura e perdite imponenti
 

La trasformazione del sistema elettrico è stata parzialmente avviata tra gli anni Duemila e i passi successivi: privatizzazioni, programmi di lotta alle connessioni illegali, introduzione di sanzioni e piani integrali di settore.

Tuttavia, nonostante queste iniziative, la struttura resta costantemente sotto pressione: gli impianti di generazione non riescono a stare al passo con la domanda, mentre la rete di distribuzione continua a perdere cifre elevate—tecniche e commerciali—e blocca un’efficiente riscossione tariffaria 

L’attuale governo ha cercato di invertire la rotta, inserendo il settore energetico in una strategia più ampia di riforma pubblico-amministrativa (l’Estrategia Nacional de Desarrollo 2030), introducendo un piano di riforma energetica che punta a promuovere le rinnovabili e a rafforzare l’amministrazione del servizio. Ma rimangono forti ostacoli strutturali: clientelismo, scarsa continuità tra amministrazioni e lentezza nell’applicare riforme profonde.

Il malcontento esploso nelle piazze riflette frustrazione e sfiducia. La domanda è semplice e stringente: il governo riuscirà finalmente a eliminare i blackout che affliggono il Paese da generazioni? La risposta richiede molto più di interventi spot: servono visione a lungo termine, istituzioni capaci e trasparenti, investimenti infrastrutturali e riforme legislative coraggiose. Se queste condizioni si realizzeranno, potrebbe essere la volta buona per dire addio a una piaga che rallenta lo sviluppo e mina la convivenza sociale.

lunedì 18 agosto 2025

Mentre Erin si allontana si profila una nuova minaccia per i Caraibi


Il potente uragano Erin si trova a sud delle Bahamas, che dovrebbe solamente sfiorare nel suo movimento verso il nord.

La potenza massima dei suoi venti raggiunge i 250 km all’ora.

Nei prossimi giorni dovrebbe dirigersi ancora nord in Atlantico aperto passando tra la costa ovest degli Stati Uniti e le Bermuda per poi piegare a est sempre in acque aperte.

Ma mentre Erin si allontana una nuova minaccia si profila per le isole dei Carabi. Nella mappa pubblicata dal Centro Uragani di Miami appare una nuova perturbazione appena partita al largo delle coste africane di Capo Verde che ha  molte probabilità di trasformarsi in qualcosa di più pericoloso.

giovedì 14 agosto 2025

Las Terrenas. Oltre 650 pratiche e più di mille connazionali aiutati: il lavoro di Vittorio Spadaro con "Assistenza agli Italiani"


A Las Terrenas c’è un punto di riferimento che gli italiani conoscono bene. Non è solo un ufficio, ma un luogo dove trovare ascolto, risposte e, soprattutto, una mano tesa. Quel luogo si chiama Assistenza agli Italiani e a guidarlo c’è Vittorio Spadaro.

All’inizio, si partì dalle pratiche più semplici: accesso ai portali ministeriali FAST.IT e PrenotaMi, iscrizione all’AIRE, fissare appuntamenti con l’Ambasciata. Poi arrivarono i casi complessi: passaporti smarriti o scaduti da anni, certificati introvabili in Italia, registrazioni mai fatte per figli nati all’estero, visti chiesti all’ultimo minuto.

Oggi Vittorio ha seguito oltre 650 pratiche e parlato con più di mille connazionali, ricevendo richieste non solo da Las Terrenas, ma da tutta l’isola e persino dal Centro e Nord America. Tutto questo senza mai chiedere un centesimo, perché Assistenza agli Italiani è – e resterà – un servizio completamente gratuito, fondato sulla dedizione e sulla difesa dei diritti degli italiani all’estero.

«A volte è faticoso – racconta – bisogna seguire le procedure alla lettera, proteggere i dati personali e avere pazienza con chi è in ansia. Ma la soddisfazione, quando vedo una pratica chiusa o ricevo la foto di un nuovo passaporto, ripaga ogni sforzo».

Assistenza agli Italiani di Las Terrenas è molto più di un ufficio: è la dimostrazione che, con passione e organizzazione, si può essere vicini agli italiani nel mondo, ovunque essi si trovino.

Contatti – Assistenza agli Italiani – Las Terrenas

Indirizzo: Plaza Mango – Las Terrenas
Orari di apertura: lunedì – venerdì, dalle 9 alle 17, sabato: 9 - 12
Telefono: 809 968 9275
E-mail: sportelloitalialasterrenas@gmail.com

L’uragano Erin spaventa e se ne va?

Tanto rumore per nulla? È ancora presto per dirlo ma tutto lo lascerebbe prevedere. Se la tendenza evidenziata dagli esperti del Centro Nazionale degli Uragani di Miami fosse confermata, Erin, che al momento è ancora allo stato di tormenta tropicale, diventerà uragano nella giornata di domani e comincerà a cambiare la sua rotta.

Come si può vedere dall’immagine che pubblichiamo, attualmente si trova ancora nell’Atlantico, lontano dalle Antille Minori e Maggiori, viaggia verso ovest, ma domani dovrebbe cominciare a muoversi con direzione nord ovest, lasciando al sud, nella giornata di domenica, Porto Rico e la Repubblica Dominicana, dove si preannunciando mareggiate e qualche pioggia.

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Poi Erin prenderà decisamente la direzione del nord dirigendosi in acque libere.

A questo punto si saprà se continuerà in mare aperto o interesserà le Bermuda o la costa atlantica degli Stati Uniti.

Ma tutto questo sarà chiaro solo all’inizio della prossima settimana.

mercoledì 13 agosto 2025

Ferragosto 2025 – Solo a Santo Domingo. E gli altri? Stanno bene così.



Editoriale semiserio sull’arte tutta italiana di fare festa… centralizzata.

SANTO DOMINGO – Anche quest’anno il grande Ferragosto italiano in Repubblica Dominicana si celebrerà dove? Ma a Santo Domingo, ovviamente. Perché mai pensare che ci siano italiani altrove?

A quanto pare, noi di Puerto Plata, Las Terrenas, Samaná, La Romana, Santiago esistiamo solo sulla carta d’identità. Per il Ferragosto ufficiale siamo come i parenti lontani: ti ricordi che ci sono solo a Natale… se va bene.

Il paradosso tropicale

In Italia, il 15 agosto tutti scappano dalle città verso mare e montagna. Qui, per festeggiare, dobbiamo fare l’opposto: lasciare le nostre spiagge paradisiache e infilarci in un parco della capitale. Per sentirci dire che “l’italianità è ovunque”, salvo poi scoprire che… no, è solo lì.

Proposta indecente: un Ferragosto itinerante

E se invece il Ferragosto diventasse itinerante?
Un anno a Puerto Plata con grigliata di pesce e musica dal vivo.
L’anno dopo a Las Terrenas con linguine ai frutti di mare locali e musica italiana in riva al mare.
Poi a La Romana, con spritz al tramonto e gara di tiramisù.

Sarebbe anche un’occasione per scoprire la Repubblica Dominicana fuori dalle tangenziali di Santo Domingo e per dare a tutti, ma proprio a tutti, la possibilità di festeggiare senza macinare 300 chilometri.

Un piccolo sforzo, un grande passo

Non servono milioni, basta un po’ di organizzazione e un briciolo di fantasia. E magari il coraggio di rompere una tradizione che, a ben vedere, non è nemmeno tradizione ma semplice comodità.

Allora, cari organizzatori, che ne dite?
Il prossimo Ferragosto… ci vediamo a casa nostra?