Settembre è, da sempre, il cuore della stagione ciclonica atlantica. Se giugno e luglio aprono le danze con le prime onde tropicali, e ottobre tende a chiuderle con fenomeni spesso legati al Mar dei Caraibi, è proprio settembre che rappresenta il picco statistico degli uragani nell’Oceano Atlantico.
Perché proprio settembre?
Il motivo è soprattutto climatico. In questo mese le acque dell’Atlantico e dei Caraibi hanno raggiunto la massima temperatura dell’anno, accumulando calore durante tutta l’estate. Questo calore è il “carburante” che alimenta tempeste tropicali e uragani. Allo stesso tempo, la circolazione atmosferica favorisce la nascita e lo sviluppo di sistemi organizzati che possono trasformarsi rapidamente in cicloni.
Secondo i dati del National Hurricane Center (NHC), la media storica mostra che oltre il 35% degli uragani atlantici si forma proprio tra il 20 agosto e il 20 settembre, con un picco massimo intorno al 10 settembre.
Memorie di settembre
Le cronache meteorologiche ricordano numerosi uragani devastanti che si sono abbattuti in questo periodo: da Irma e Maria (2017), che colpirono duramente i Caraibi, a Georges (1998) che devastò anche la Repubblica Dominicana, fino a Katrina (2005) che mise in ginocchio New Orleans. Ogni anno, settembre porta con sé timori e ricordi che restano impressi nelle comunità costiere.
Cosa aspettarsi nel 2025
Quest’anno la stagione atlantica si è già mostrata attiva, e le condizioni attuali – con temperature marine molto sopra la media – lasciano prevedere che settembre sarà un mese da monitorare con particolare attenzione. Per i Caraibi e per la costa orientale del Nord America significa vivere settimane di vigilanza costante: occhi puntati sulle mappe del NHC e orecchie attente agli avvisi di protezione civile.
Un invito alla prudenza
“Settembre, mese degli uragani” non deve essere solo un titolo evocativo, ma un promemoria alla prudenza. Preparare un piccolo kit di emergenza, avere un piano familiare e seguire le indicazioni delle autorità può fare la differenza. Per chi vive nei Caraibi o nel Sud degli Stati Uniti, la parola chiave resta la stessa ogni anno: preparazione.
Nessun commento:
Posta un commento