L’Atlantico non concede tregua. Mentre l’uragano Erin scivola verso nord-est in acque aperte, riducendo i pericoli immediati per la costa orientale degli Stati Uniti, lo sguardo si sposta ora su tre nuovi sistemi in formazione che potrebbero cambiare rapidamente lo scenario meteo nei prossimi giorni.
Erin si allontana, ma lascia il segno
Il passaggio di Erin ha ricordato quanto fragile sia l’equilibrio costiero degli Stati Uniti, con mareggiate e correnti insidiose che continuano a minacciare le spiagge atlantiche. Nonostante il pericolo diretto sembri superato, le autorità mantengono alta la vigilanza: basta un improvviso cambio di traiettoria perché il rischio torni concreto.
Le vere incognite: i sistemi a est dei Caraibi
La maggiore preoccupazione si concentra ora sul disturbo tropicale evidenziato in rosso a est delle Piccole Antille. Le probabilità che evolva in tempesta sono altissime, e la traiettoria suggerita lo spinge verso Porto Rico e la Repubblica Dominicana. Piogge torrenziali, venti forti e allagamenti non sono esclusi.
Due ulteriori perturbazioni, una centrale e una appena uscita dalle coste africane, potrebbero diventare i prossimi protagonisti della stagione: sistemi che oggi sembrano lontani, ma che entro una settimana potrebbero minacciare seriamente i Caraibi e, più avanti, anche il Nord America.
Una stagione che conferma i timori
Ogni estate si ripete lo stesso copione: mari sempre più caldi e correnti favorevoli alimentano la nascita di cicloni, trasformando l’Atlantico in un “laboratorio” di tempeste. Per i Caraibi e per la Florida significa vivere in costante attesa, con l’incubo di vedere da un giorno all’altro il cielo oscurarsi e il mare trasformarsi in una minaccia.
La lezione resta sempre la stessa: preparazione, vigilanza e rispetto della natura. Perché gli uragani non guardano confini né stagioni turistiche.
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