La questione migratoria torna con forza al centro del dibattito politico e sociale nella Repubblica Dominicana. Negli ultimi giorni le autorità hanno intensificato i controlli sull’immigrazione irregolare, soprattutto nelle zone di confine con Haiti e nei principali centri urbani, dove la presenza di cittadini haitiani senza documenti è più visibile.
Il governo ha ribadito la linea della “sovranità nazionale”, sottolineando che le misure non sono dirette contro un popolo, ma mirano a ristabilire l’ordine migratorio in un contesto regionale sempre più instabile. Dall’altra parte, organizzazioni per i diritti umani e settori della società civile denunciano possibili eccessi e chiedono garanzie sul rispetto della dignità delle persone coinvolte.
La crisi profonda che attraversa Haiti – tra violenza armata, collasso istituzionale e emergenza umanitaria – continua infatti ad avere ricadute dirette sulla Repubblica Dominicana, che si trova a gestire una pressione migratoria costante senza strumenti adeguati di cooperazione internazionale.
Il tema divide l’opinione pubblica dominicana e resta uno dei nodi più delicati per il futuro politico del Paese, con ripercussioni economiche, sociali e diplomatiche che vanno ben oltre il confine terrestre.
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