sabato 9 agosto 2025

GPT-5: il nuovo cervello digitale di OpenAI

Negli ultimi giorni il mondo dell’intelligenza artificiale ha fatto un passo avanti importante: è arrivato GPT-5, il nuovo modello di ChatGPT. Non è solo un aggiornamento cosmetico, ma un cambiamento profondo nel modo in cui questa IA ragiona e risponde.

La prima novità è che ora tutto è in un unico modello. Prima c’erano varie versioni – quella veloce per le domande semplici, quella “pensante” per i problemi complessi – e bisognava scegliere quale usare. Con GPT-5 non serve più: è lui a decidere, in automatico, quando darti una risposta rapida o quando “mettersi a riflettere” più a fondo.

Rispetto ai modelli precedenti, capisce meglio e sbaglia meno. È stato addestrato per ridurre le famose “allucinazioni” – quelle risposte inventate o imprecise che a volte capitavano. Inoltre, è più bravo a riconoscere quando non ha abbastanza informazioni per rispondere, evitando di riempire i buchi con fantasia.

Un altro punto forte è la versatilità: GPT-5 scrive codice complesso, progetta app e interfacce, aiuta nella stesura di testi creativi o professionali, risponde a domande di salute (senza sostituirsi a un medico) e può anche interpretare immagini, grafici e altri contenuti multimediali. Può persino collegarsi a servizi esterni come Gmail o Google Calendar.

Per gli utenti comuni, la buona notizia è che è disponibile anche gratis, anche se con qualche limite. Chi ha un abbonamento Plus o Pro può sfruttare pienamente tutte le capacità, compresa una versione “potenziata” pensata per compiti molto impegnativi.

Non mancano, ovviamente, le critiche: alcuni utenti si aspettavano una rivoluzione e invece parlano di un miglioramento “evolutivo” più che “rivoluzionario”. Altri segnalano limiti come il tetto settimanale di messaggi in modalità avanzata. Ma, in generale, il salto di qualità è evidente: GPT-5 è più intelligente, più trasparente e più utile nella vita di tutti i giorni.

In breve: un assistente digitale più affidabile, capace e vicino al modo di pensare umano. Un passo in avanti verso un’IA che non solo risponde, ma ragiona con noi.

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