In Repubblica Dominicana il salario minimo, oggi, è tra i più bassi di tutta l’America.
Parliamo di circa 241-246 dollari al mese (circa 15.800 pesos), una cifra che colloca il Paese ben al di sotto della media latinoamericana. Per fare un paragone: in Costa Rica il minimo sfiora i 726 dollari, in Cile si superano i 500, in Ecuador e Guatemala si resta intorno ai 470.
E se guardiamo al Nord America, il divario diventa un abisso: negli Stati Uniti il salario minimo federale è di oltre 1.200 dollari al mese (e in molti stati si guadagna anche di più), in Canada si arriva a oltre 2.000.
Eppure, nonostante questa enorme differenza negli stipendi, il costo della vita – soprattutto nelle località turistiche come Las Terrenas, Punta Cana, Sosúa o Cabarete – è sorprendentemente simile a quello di Paesi molto più sviluppati.
Perché?
Ci sono almeno tre motivi principali:
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L’economia turistica “importata”
Nelle zone turistiche, gran parte dei beni e servizi è pensata per visitatori stranieri, spesso con portafogli ben più pesanti. I prezzi di ristoranti, supermercati “internazionali” e attività ricreative vengono calibrati su standard europei o nordamericani, non sui salari locali. -
Importazioni costose
Molti prodotti – alimentari, tecnologici, di consumo – sono importati e quindi soggetti a tasse, trasporto e margini elevati. Questo fa sì che un litro di latte, un pacco di pasta o uno smartphone possano costare quanto (o più) che in Italia o negli USA. -
Mercato immobiliare “dopato” dagli investitori stranieri
Case in affitto o in vendita nelle zone turistiche hanno prezzi spesso fuori portata per i residenti dominicani, perché il mercato segue la domanda di chi guadagna in euro o dollari.
Il risultato è un paradosso evidente: chi guadagna il salario minimo locale deve affrontare spese quotidiane simili a quelle di chi vive in Paesi con stipendi cinque, sei o dieci volte più alti.
Questo squilibrio si traduce in una forte dipendenza dalle rimesse degli emigrati, nel ricorso al lavoro informale e nella difficoltà, per molte famiglie, di risparmiare o migliorare il proprio tenore di vita.
E mentre il turismo continua a crescere, la grande sfida per il Paese resta quella di aumentare i salari senza perdere competitività e, soprattutto, trovare un equilibrio tra sviluppo economico e benessere reale della popolazione.
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