martedì 16 dicembre 2025

Il barrilito: quando il Parlamento compra consenso

 


Ci sono parole che spiegano un sistema meglio di mille analisi. Barrilito è una di queste. Dietro questo termine apparentemente folkloristico si nasconde uno dei meccanismi più tossici della politica dominicana: l’uso sistematico di denaro pubblico per costruire consenso personale.

Non è assistenza sociale. Non è solidarietà. È clientelismo istituzionalizzato.

Cos’è davvero il barrilito

Ufficialmente, il barrilito è un fondo mensile assegnato a deputati e senatori per “aiuti sociali” nelle rispettive circoscrizioni. Nella pratica, significa che ogni parlamentare dispone di denaro pubblico da distribuire a propria discrezione: medicine, bare, affitti, piccoli sussidi, favori urgenti.

Senza criteri trasparenti. Senza controlli stringenti. Senza rendicontazione efficace.

Il parlamentare decide chi riceve e chi no. Lo Stato si ritira. Il politico avanza.

Il rovesciamento dello Stato di diritto

In uno Stato moderno il Parlamento fa le leggi e controlla il governo. Non distribuisce soldi. Quando un deputato consegna un sussidio, non sta esercitando una funzione legislativa: sta occupando lo spazio dell’amministrazione pubblica.

Il risultato è devastante:

  • il cittadino non chiede diritti, chiede favori;
  • il voto non premia programmi, ma mani che elargiscono;
  • la povertà non viene risolta, viene gestita.

Il barrilito non combatte l’emergenza sociale. La rende permanente, perché è funzionale al potere.

Un meccanismo impensabile in Europa

In Italia – come nella maggior parte degli Stati europei – un sistema simile sarebbe semplicemente inconcepibile. Un parlamentare che decidesse autonomamente a chi destinare fondi pubblici commetterebbe un abuso gravissimo.

L’assistenza sociale è competenza di enti pubblici con regole chiare, graduatorie, controlli. Separare politica e denaro diretto è una delle basi dello Stato di diritto.

Il barrilito, al contrario, li fonde.

Clientelismo mascherato da umanità

I difensori del sistema usano sempre lo stesso argomento: “la gente ha bisogno”. È vero. Ma proprio per questo il barrilito è così pericoloso.

Perché:

  • trasforma la miseria in strumento elettorale;
  • umilia il cittadino, costretto a esporsi per ottenere aiuto;
  • rafforza il politico come benefattore, non come rappresentante.

Non è empatia. È potere asimmetrico.

Quanto costa davvero

Il costo del barrilito non è solo economico, anche se parliamo di milioni di pesos ogni anno. Il costo vero è istituzionale:

  • un Parlamento che non legifera, ma distribuisce;
  • uno Stato che rinuncia a politiche strutturali;
  • una democrazia ridotta a scambio.

Ogni peso distribuito così è un peso sottratto a riforme serie, a servizi stabili, a diritti garantiti.

La domanda che nessuno vuole affrontare

Perché un deputato deve fare ciò che dovrebbe fare lo Stato?

La risposta è semplice e scomoda: perché conviene politicamente.

Finché il barrilito esisterà, il consenso non dipenderà dalla qualità delle leggi, ma dalla quantità di favori.

Il barrilito non è una curiosità locale. È il simbolo di una democrazia incompiuta, dove il potere non si misura in riforme, ma in denaro distribuito.

Eliminare il barrilito non significherebbe abbandonare i poveri. Significherebbe finalmente trattare i cittadini come tali, non come clienti.


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