Ci sono parole
che spiegano un sistema meglio di mille analisi. Barrilito è una di
queste. Dietro questo termine apparentemente folkloristico si nasconde uno dei
meccanismi più tossici della politica dominicana: l’uso sistematico di denaro
pubblico per costruire consenso personale.
Non è assistenza
sociale. Non è solidarietà. È clientelismo istituzionalizzato.
Cos’è davvero il
barrilito
Ufficialmente, il
barrilito è un fondo mensile assegnato a deputati e senatori per “aiuti
sociali” nelle rispettive circoscrizioni. Nella pratica, significa che ogni
parlamentare dispone di denaro pubblico da distribuire a propria discrezione:
medicine, bare, affitti, piccoli sussidi, favori urgenti.
Senza criteri
trasparenti. Senza controlli stringenti. Senza rendicontazione efficace.
Il parlamentare
decide chi riceve e chi no. Lo Stato si ritira. Il politico avanza.
Il rovesciamento
dello Stato di diritto
In uno Stato
moderno il Parlamento fa le leggi e controlla il governo. Non distribuisce
soldi. Quando un deputato consegna un sussidio, non sta esercitando una
funzione legislativa: sta occupando lo spazio dell’amministrazione pubblica.
Il risultato è
devastante:
- il cittadino non chiede diritti,
chiede favori;
- il voto non premia programmi, ma mani
che elargiscono;
- la povertà non viene risolta, viene
gestita.
Il barrilito
non combatte l’emergenza sociale. La rende permanente, perché è funzionale al
potere.
Un meccanismo
impensabile in Europa
In Italia – come
nella maggior parte degli Stati europei – un sistema simile sarebbe
semplicemente inconcepibile. Un parlamentare che decidesse autonomamente a chi
destinare fondi pubblici commetterebbe un abuso gravissimo.
L’assistenza
sociale è competenza di enti pubblici con regole chiare, graduatorie,
controlli. Separare politica e denaro diretto è una delle basi dello Stato di
diritto.
Il barrilito,
al contrario, li fonde.
Clientelismo
mascherato da umanità
I difensori del
sistema usano sempre lo stesso argomento: “la gente ha bisogno”. È vero. Ma
proprio per questo il barrilito è così pericoloso.
Perché:
- trasforma la miseria in strumento
elettorale;
- umilia il cittadino, costretto a
esporsi per ottenere aiuto;
- rafforza il politico come
benefattore, non come rappresentante.
Non è empatia. È
potere asimmetrico.
Quanto costa
davvero
Il costo del barrilito
non è solo economico, anche se parliamo di milioni di pesos ogni anno. Il costo vero è istituzionale:
- un Parlamento che non legifera, ma
distribuisce;
- uno Stato che rinuncia a politiche
strutturali;
- una democrazia ridotta a scambio.
Ogni peso
distribuito così è un peso sottratto a riforme serie, a servizi stabili, a
diritti garantiti.
La domanda che
nessuno vuole affrontare
Perché un
deputato deve fare ciò che dovrebbe fare lo Stato?
La risposta è
semplice e scomoda: perché conviene politicamente.
Finché il barrilito
esisterà, il consenso non dipenderà dalla qualità delle leggi, ma dalla
quantità di favori.
Il barrilito
non è una curiosità locale. È il simbolo di una democrazia incompiuta, dove il
potere non si misura in riforme, ma in denaro distribuito.
Eliminare il barrilito
non significherebbe abbandonare i poveri. Significherebbe finalmente trattare i
cittadini come tali, non come clienti.

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