La pizza. Croccante o morbida, alta o sottile, semplice o farcita. È il simbolo della cucina italiana nel mondo, un orgoglio nazionale che unisce Napoli a Buenos Aires, Roma a New York, Palermo a Toronto. Ma chi l’ha davvero inventata?
Dalle focacce antiche alla pizza moderna
La verità è che l'idea di cuocere un impasto di farina e acqua su pietra calda è antichissima. Già Egizi, Greci e Romani preparavano focacce schiacciate con erbe e olio. Ma parlare di "pizza" come la intendiamo oggi è un’altra storia.
Il termine “pizza” compare per la prima volta in un documento latino del 997, a Gaeta, nel Lazio. Ma era una sorta di focaccia rustica, niente a che vedere con la pizza odierna. Fu a Napoli, nel XVIII secolo, che nacque qualcosa di più simile: una pasta lievitata, cotta nel forno a legna e condita con ingredienti semplici, come aglio, strutto, basilico e caciocavallo.
Il pomodoro cambia tutto
Il vero colpo di scena arrivò nel Seicento, quando il pomodoro — giunto dalle Americhe — iniziò a essere usato in cucina. I napoletani poveri cominciarono a condire le focacce con pomodoro e a venderle per strada. Così nacque la pizza rossa, che divenne presto popolare tra il popolo partenopeo.
La regina Margherita e il mito dell’invenzione
La leggenda più famosa risale al 1889. Il pizzaiolo Raffaele Esposito, della pizzeria Brandi di Napoli, avrebbe preparato tre pizze in onore della regina Margherita di Savoia in visita a Napoli. Una di queste — con pomodoro, mozzarella e basilico — avrebbe richiamato i colori della bandiera italiana. La regina l’avrebbe apprezzata tanto da far inviare una lettera di ringraziamento. Nacque così la pizza Margherita, e con essa il mito dell'invenzione ufficiale della pizza moderna.
Dalla Campania al mondo
Nel Novecento, con l’emigrazione italiana, la pizza varcò l’oceano. Gli italiani all’estero — specie negli Stati Uniti e in Sud America — aprirono pizzerie ovunque, portando con sé il gusto di casa. Negli anni, la pizza si è trasformata, adattandosi ai gusti locali: quella napoletana resta un’icona, ma sono nate la pizza romana, quella al taglio, la “deep dish” di Chicago, la “fugazzeta” argentina…
Patrimonio dell’Umanità
Nel 2017, l’arte del pizzaiuolo napoletano è stata riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Non solo per la bontà del piatto, ma per il valore culturale, artigianale e sociale che rappresenta.
Insomma, la pizza non l’ha inventata un solo uomo, ma un intero popolo. Un’evoluzione secolare che parte dalle strade di Napoli per conquistare il pianeta. E ovunque si trovi, ogni italiano sa che una fetta di pizza è un morso di casa.
Fammi sapere se vuoi un paragrafo finale che inviti gli italiani all’estero a raccontare la loro pizza preferita o la pizzeria del cuore nel mondo. Potrebbe essere una rubrica coinvolgente.
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