martedì 29 luglio 2025

Se vuoi rovinare un paradiso... parlane!


Ventisette anni fa, quando sono arrivato nella Repubblica Dominicana, ero un uomo ancora giovane. Avevo 46 anni, portati discretamente bene (con un po’ di sforzo e qualche bugia allo specchio).

A Las Terrenas, dove decisi di stabilirmi, gli stranieri non erano molti. In spiaggia si incontravano più mucche che gringos.

Le ragazze dominicane, e anche le poche haitiane presenti, mi guardavano con un misto di curiosità e interesse. Alcune mi chiamavano per nome, altre solo “papito”. Io, per parte mia, facevo finta di niente, ma dentro mi sentivo come George Clooney in una telenovela caraibica.

Oggi? Oggi non mi guarda più nessuno.

Non perché io sia invecchiato (anche se sì, va detto: i 46 sono diventati 73, la pancia si è fatta più espansiva e i capelli più timidi), ma perché la Repubblica Dominicana non è più quel paradiso sconosciuto che mi aveva accolto allora. È diventata… virale.

Ora ci sono italiani ovunque. Europei, nordamericani, digital nomads, influencer, pensionati con sogni massimi. Ne trovi al colmado, al ristorante, in banca, perfino dal barbiere che prima non parlava una parola di italiano e adesso ti dice: “Taglio come sempre, Ennio?”

Le ragazze? Ormai alcune scelgono con la stessa cura con cui noi scegliamo un vino in offerta: “Questo è italiano, ma troppo vecchio. Questo è francese, però è acido. Oh, guarda, questo è tedesco e ha la macchina con l’aria condizionata!”

E io? Io sono rimasto lì,  con i miei ricordi gloriosi del 1998.

Ora capisco il detto: “Se vuoi rovinare un paradiso, parlane.”

E qualcuno, accidenti a lui, ha parlato! Ha raccontato di Las Terrenas come del “segreto meglio custodito dei Caraibi”. E noi, poveri pionieri, ci siamo fregati con le nostre stesse bocche.

Comunque, mi consolo. Il mare è ancora bello e il sole splende (quasi sempre). 

Nessun commento:

Posta un commento